Vendola indagato per concorso in abuso d’ufficio
11 Aprile 2012
di redazione
Il governatore della Puglia, Nichi Vendola, è indagato per concorso in abuso d’ufficio con l’accusa di aver favorito la nomina del prof. Paolo Sardelli a primario di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari. E’ stato lo stesso Vendola a renderlo noto nel corso di una conferenza stampa convocata d’urgenza in cui ha detto ai giornalisti di aver ricevuto oggi dalla Procura di Bari, tramite i militari della Guardia di finanza, l’avviso di conclusione delle indagini sul filone d’inchiesta che riguarda, appunto, il concorso per il posto ottenuto alla fine da Sardelli.
Si tratta di un’accusa, ha precisato il governatore, che "nasce soltanto dalle dichiarazioni di Lea Cosentino (ex-direttore generale della Asl di Bari e coinvolta in altre inchieste sulla sanità in Puglia, ndr) che asserisce che all’origine di questa mia interferenza ci sarebbe la mia amicizia con Sardelli, elemento già da questi smentito mesi fa". Invece, si è difenso Vendola, "a questo concorso, come a tutti i concorsi mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore". Dunque, si è dichiarato "sereno" e ha rispedito al mittente le accuse sostenendo che alla base delle dichiarazioni della Cosentino ci sarebbero "risentimento" e "rancore" per averla licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità.
Lea Cosentino, divenuta nota come Lady Asl, ha fatto ai pm nei mesi scorsi varie dichiarazioni sulla gestione della sanità pugliese, accusandoVendola e suoi assessori di aver interferito per favorire medici o dirigenti vicini a Pd e Sel. A proposito della nomina di Sardelli, ai pm la Cosentino aveva raccontato la sua versione della vicenda, che ha fatto scattare le indagini nei confronti del governatore: "Nel 2008 era andato in pensione il professor Campagnano, molto bravo e infatti quel presidio (il reparto di chirurgia toracica all’ospedale San Paolo di Bari, ndr) andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzó la nomina del dottor Sardelli del policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo: espletai il concorso – prosegue il racconto della Cosentino – ma il dottor Sardelli non presentó la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appuró tramite Francesco Manna, già capo di gabinetto di Vendola, che l’istituzione dell’unità di chirurgia complessa del Di Venere non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io – continua Cosentino – a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d’accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata". Alla fine, "vinse il dottor Sardelli, risultato il piú titolato".