Vendola sfrutta la questione morale per far fuori i dalemiani dalla sua giunta
07 Luglio 2009
E’ quasi notte quando il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, comunica la composizione della nuova giunta dopo l’operazione rimpasto. Al posto del Vice Presidente regionale, Sandro Frisullo, entra Loredana Capone, candidata alla Provincia di Lecce nelle ultime elezioni e sconfitta dal candidato PDL, Antonio Gabellone.
Gli altri quattro nomi nuovi sono l’economista Gianfranco Viesti, Magda Terrevoli (Presidente regionale dei Verdi), Fabiano Amati (Vicepresidente dell’Anci Puglia) e poi il consigliere regionale, Dario Stefano, del gruppo Pd alla Regione, recentemente avvicinatosi all’Udc. Sull’incertezza della posizione di Stefano è l’on. Angelo Cera, componente della direzione nazionale Udc a chiarire: “Stefano appartiene a se stesso e non certo all’Udc, l’Unione di Centro è fuori dalla giunta Vendola-bis”.
Ma le grane per Vendola non finiscono qui: nei corridoi della Regione spiegano che il problema principale è il rapporto del Presidente con gli assessori uscenti Sandro Frisullo, Enzo Russo e Massimo Barbieri, esclusi dalla giunta Vendola-bis senza motivazioni.
Il “dalemiano di ferro”, Frisullo, ieri ha dichiarato: “Vendola mi ha scaricato, ma da lui non accetto lezioni di etica”, segno che qualcosa nel suo avvicendamento è andato storto.
Russo, ex assessore regionale all’agricoltura, viene completamente escluso dalle lodi per gli uscenti, “forse perché”, ha dichiarato il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Roberto Ruocco, “il Presidente Vendola ha condiviso, dopo quattro anni e mezzo di governo, un diffuso ed impietoso giudizio nei confronti della sostanziale scomparsa dell’Agricoltura dall’agenda della Regione”.
Barbieri, ex assessore “tecnico” alla formazione professionale ha subito voluto precisare di non aver mai chiesto al Presidente Vendola di fare l’assessore, anzi di aver molto esitato ad accettare e di non voler nessuna poltrona sostitutiva propostagli perché ritenuta offensiva.
Critiche alla nuova giunta sono state espresse da Pierfelice Zazzera, Coordinatore regionale dell’Italia dei Valori che pensa che “la montagna abbia partorito il topolino, anzi la giuntina”. Una giunta da intendersi come “una sorta di ammortizzatore sociale per trombati della politica, sconfitti alle elezioni o ai congressi”.
C’è chi parla di una dura sconfitta per D’Alema, perché dalla giunta sparirebbe completamente il Pd e tutti i suoi uomini, anche se lo stesso D’Alema ha chiesto al Pd pugliese di sostenere Vendola, per rilanciare l’azione di governo regionale.
Per il centrodestra questo rimpasto è “un inganno oltre che un aggravio di costi per la Regione poiché gli Assessori esterni passano da 5 a 7 per un totale di costi supplementari per le casse regionali di circa quattro milioni per l’intera legislatura. A questo servono le maggiori tasse dei pugliesi: per tamponare i debiti della sanità opaca di Vendola e per pagare i costi delle sue operazioni di disperati tentativi di sopravvivenza politica”
Un quesito lecito che molti si stanno ponendo è sul perché Vendola non abbia azzerato completamente la sua Giunta regionale, lasciando alcuni assessori e togliendone altri.
Il Sottosegretario pugliese, Alfredo Mantovano, prova a dare una spiegazione: “ Vendola potrebbe avere un canale informativo diretto con la Procura della Repubblica di Bari che orienti le dimissioni e i dimissionamenti dei suoi assessori: è il caso di smentirlo, ma con elementi di fatto”.
Intanto, oggi Vendola, dopo una domenica di grande lavoro per formare la nuova giunta, è stato ascoltato per oltre quattro ore e mezzo dal PM della Procura della Repubblica di Bari, Desiree Digeronimo, in merito all’inchiesta sulla sanità pugliese.
All’uscita dall’audizione Vendola ha ribadito di non essere fra gli indagati “come qualcuno desidererebbe”, ma solo come persona informata dei fatti.
Ma piuttosto che pensare ai desideri degli altri, quali risposte potrà dare Vendola ai cittadini pugliesi, ormai stanchi di pagare più tasse che nelle altre Regioni italiane?