Vendola sta con Bersani, ma Renzi può farcela. Ecco perché

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Vendola sta con Bersani, ma Renzi può farcela. Ecco perché

30 Novembre 2012

”Facciamo che oggi mi occupo di completare un concetto: faccio un endorsement a sfavore di Renzi”. Queste le parole di Nichi Vendola, qualche giorno or sono, da Bari. Politichese, certo. Frutto, tuttavia, di un chiaro appello ai suoi elettori di domenica 25 novembre – circa il 15%, ndr – affinché non premino l’ascesa dell’astro nascente del sindaco di Firenze. Un Matteo Renzi, evidentemente, ritenuto troppo a destra e su posizioni economiche di stampo neo-liberista.

Nel contempo, un appello a Bersani: “Vogliamo sentire profumo di sinistra”. E profumo di sinistra è stato. L’endorsement a sfavore di Renzi, negli ultimi giorni, è divenuto a favore di Bersani: “Bersani è un bravo socialdemocratico europeo, è stato un ministro molto attento, molto competente e molto operativo. E’ un leader politico che ha una qualità rara sulla scena pubblica; è un uomo di grande umanità, non è un cinico”, ha detto il leader di Sel. Giovedì sera, poi, manifestazione comune tra il governatore della Puglia e il segretario del Pd al Teatro Politeama di Napoli, alla presenza di tutti i vertici locali di Pd e Sel. Ma l’elettorato vendoliano del primo turno seguirà, al ballottaggio, le indicazioni del suo leader? Sì, no. Forse.

Andiamo con ordine. Matteo Renzi e Nichi Vendola. Antipodi. Da un lato, la ‘destra’ della coalizione, propedeutica alla costruzione di un centrosinistra nuovo a trazione liberal-democratica. Un centrosinistra, per esempio, fiero sostenitore della proposta di Pietro Ichino – la cosiddetta Flexsecurity, ndr – sul mercato del lavoro. Un progetto di riforma, per gran parte della sinistra, eufemisticamente inaccettabile a causa – a loro avviso, ovvio – della contrazione dei diritti dei lavoratori che esso comporterebbe. Dall’altro, la sinistra del centro-sinistra: Nichi Vendola.

E allora, in questo senso, i voti del governatore della Puglia confluiranno in massa per Pier Luigi Bersani? Non necessariamente. Già perché gli elettorati di Renzi e Vendola, al di là della siderale discrasia tra le ricette di politica economica proposte dai due candidati, non paiono essere così distanti. Si tratta, infatti, di voti ‘anti-apparato’. Un voto contro la cosiddetta – e famigerata, verrebbe da dire – nomenclatura del Partito Democratico. Un voto che potremmo definire, attraverso un’evidente semplificazione, di protesta.

Non solo. Una parte dell’elettorato vendoliano potrebbe anche decidere di non recarvisi, alle urne, stante l’assenza del loro unico candidato possibile. “Il ballottaggio di domenica è un referendum sul futuro. Se vi piace questo centrosinistra scegliete l’usato sicuro. Se volete cambiare, rischiando, noi ci siamo”, ha affermato nella giornata martedì Matteo Renzi. Non si parte da zero a zero, ovviamente. Bersani ha nove punti di vantaggio: 44 a 35. Ma il “referendum sul futuro” sembra molto più incerto di quanto si possa credere.

Inoltre, affermare il principio secondo cui il confronto su Raiuno di mercoledì sera non abbia spostato alcunché rappresenta un esercizio retorico alquanto bizzarro. Renzi, occorre dirlo con forza, quel dibattito l’ha stravinto. Più convincente, più a suo agio con il mezzo televisivo e più fresco. Più puntuale poi, tranne in rare eccezioni, nello snocciolare dati e proposte realizzabili e da centrosinistra moderno e occidentale. E forse, dalla e con la sua ‘narrazione’, è riuscito a conquistare anche voti bersaniani. Sì, voti bersaniani del primo turno non ‘zoccolo duro’ piddino già Pci-Pds-Ds. Un elettorato, quello poc’anzi rammentato, fortemente caratterizzato nonché inscalfibile.

“Penso di vincerle anche se riconosco a Renzi uno stimolo forte, una spinta che penso possa riversarsi su di me”, ha dichiarato Bersani nel corso di forum su Corriere.tv, aggiungendo tra le altre cose di considerarsi “un pollo” in caso contrario, nel caso di una sconfitta. Vedremo. Domenica notte il responso definitivo.

Ah, quasi ci dimenticavamo: che noia le polemiche sulle regole