Venghino signori, venghino, al mercato di donne e bambini
26 Settembre 2015
Venghino signori, venghino. Il mercato di donne e bambini è approdato anche in Italia, e ora ne abbiamo una testimonianza diretta: presentandosi come una coppia omosessuale in cerca di un figlio, due appartenenti all’associazione Pro-Vita hanno partecipato a una riunione milanese in cui un certo dott. Daneshman, americano, della clinica Fertility Center, ha illustrato modalità, percorsi e prezzi dell’utero in affitto a potenziali clienti italiani. Il racconto completo è nel sito Pro-Vita, e vale la pena leggerlo perché descrive in presa diretta quel che chi si occupa di queste tematiche già sa: e cioè che nonostante in Italia siano esplicitamente vietati e sanzionati, il commercio di gameti e la maternità surrogata sono tranquillamente praticati.
Incontri come questo, smascherato grazie ai due “infiltrati”, probabilmente si tengono a decine nel nostro paese, come è facile intuire da quel che si legge in rete, nei numerosissimi siti e forum dedicati, e nelle pubblicità più o meno mascherate. Sempre più coppie – omo ed eterosessuali – che hanno avuto figli con l’utero in affitto non ne fanno mistero, al contrario: raccontano pubblicamente la loro esperienza, spesso mostrando in TV i bambini in serafiche scene di vita familiare, rivendicando il diritto a queste pratiche ed omettendone accuratamente tutti gli aspetti contrattuali, economici, e di sfruttamento delle donne povere.
Le sanzioni già previste dalla legge italiana finora non sono mai state applicate, e chissà se alla luce dei fatti rivelati da Pro-Vita – tutti rigorosamente illeciti – qualche indagine sarà avviata, qualche fascicolo sarà aperto. Insomma: chissà se almeno stavolta, di fronte a tanti reati conclamati, qualche procura darà un segno di vita. E già il fatto stesso che ci poniamo queste domande conferma l’insufficienza dei divieti esistenti sul commercio dei gameti e sull’utero in affitto, e la necessità che vengano rafforzati.
E’ importante quindi che tutte le forze politiche in parlamento dichiarino apertamente se intendono o no appoggiare gli emendamenti proposti in commissione Giustizia dai senatori di Area Popolare (Ncd e Udc), a prima firma D’Ascola: il rafforzamento delle sanzioni per il commercio di gameti ed embrioni; l’estensione delle sanzioni anche a chi fa ricorso all’utero in affitto, e non solo a chi lo organizza e pubblicizza. In aggiunta, per garantire il diritto alla conoscenza delle proprie origini e alla tracciabilità, a scopi medici, ai nati da queste procedure, si chiede che nel certificato di nascita siano riportati gli estremi anagrafici dei genitori biologici che hanno contribuito al concepimento e al parto (padre e madre genetici, e madre cosiddetta gestazionale).
E’ stata un’iniziativa politica decisiva, con cui i senatori Ap hanno bloccato una volta per tutte l’area moderata favorevole alla Cirinnà – dai cattolici del Pd ad alcuni parlamentari di centro destra – che vuole modificare solo blandamente il testo sulle unioni civili. Il tentativo in corso era infatti quello di sostituire la stepchild adoption (cioè l’adozione del figlio biologico del partner) con l’affido, senza quindi modifiche sostanziali, continuando a consentire che una coppia dello stesso sesso possa accedere alla genitorialità, anche mediante l’utero in affitto.
Solo costringendo le forze politiche a prendere posizione rispetto all’utero in affitto e al commercio di gameti è possibile riportare il dibattito politico sulle unioni civili al vero nodo: vogliamo veramente riconoscere diritti e doveri individuali dei componenti delle coppie che convivono (come dicono alcune proposte di legge, tra cui quelle di Sacconi ) o invece vogliamo approvare forme simil matrimoniali per le unioni omosessuali, aprendo loro l’accesso alla genitorialità, come vorrebbe la Cirinnà? Si abbia il coraggio, una volta per tutte, di dire chiaramente no al traffico di donne e bambini che va sotto l’ombrello dell’utero in affitto.