Verdini: “No a struttura correntizia o guerriglie in Parlamento”

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Verdini: “No a struttura correntizia o guerriglie in Parlamento”

23 Aprile 2010

No a una strutturazione del partito su modello correntizio e, soprattutto, non sarebbe "tollerabile" una "guerriglia" in Parlamento che impedisse l’attuazione del programma di governo. Denis Verdini, a Mattino cinque, è stato chiaro con i finiani: "La posizione del partito è stata chiara nella Direzione di ieri: c’è il rifiuto delle correnti. Il Pdl è un patto con elettori che non può essere disdetto". Il coordinatore ha replicato con un "no" deciso alla domanda se adesso ci sarà una strutturazione interna per i finiani ed ha spiegato: "L’amalgama, come dimostra la Direzione di ieri, è avvenuto sui fatti e sulle reiterate vittorie elettorali. Se gli elettori hanno dato costantemente il consenso al Pdl credo che si debba andare avanti su questa strada.

Non dobbiamo ripetere gli errori del Pd o quelli storici, che non sono più attuali. La modernità l’abbiamo vista in diretta ieri". Verdini ha sottolineato che non sarebbe accettabile una traduzione del dissenso interno in una "guerriglia" parlamentare contro il governo. "Sarebbe una grave responsabilità, una opposizione parlamentare non sarebbe compresa", ha spiegato, "il Parlamento è il luogo della discussione, se le scintille portano a una decisione comune è un conto, se sono una guerriglia che impedisce l’attuazione del programma di governo sarebbe una gravissima responsabilità non tollerabile".

Sulla posizione del presidente della Camera, Verdini ha chiarito: "Se volesse fare politica, credo che lui stesso dovrebbe cambiare ruolo, che non vuol dire dimettersi ma interpretare appieno quello che lui vuole all’interno del partito e del governo, ma questo è incompatibile con la sua carica". Con chiarezza il coordinatore del Pdl ha affrontato anche il caso Bocchino: "Le cariche di partito sono assegnate dal partito, poi ci sono le funzioni, come quella di vice capogruppo, determinata dalla formazione del Pdl – ha detto -. Occorre il consenso e l’adesione da parte dei parlamentari, evidentemente se si usa un ruolo che deriva da accordo per fare cose diverse, la questione viene posta, ma da qualsiasi parlamentare".