Verso il Pdl. Congresso An, La Russa: “Oggi è un nuovo inizio”

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Verso il Pdl. Congresso An, La Russa: “Oggi è un nuovo inizio”

21 Marzo 2009

L’ultimo congresso di An "non è un congresso di chiusura", ma "un giorno di nascita, di ripartenza, un nuovo inizio". Ignazio La Russa, reggente di An, apre così la sua relazione al congresso della Fiera di Roma. "Non è un congresso ordinario – dice – Nasce il partito degli italiani è lo slogan, e non a caso. È questa da sempre la grande ambizione, il traguardo che si sono posti gli uomini di destra dal Dopoguerra ad oggi".

L’ultimo congresso di An prima della nascita del Pdl, "per noi il partito degli italiani", non assomiglia affatto al congresso della svolta di Fiuggi del 1995. "Allora – dice Ignazio La Russa – cominciammo un cammino del tutto nuovo. Oggi non ci tocca esaminare nulla della nostra identità per vedere quale parte portare con noi. Oggi, con Forza Italia, creiamo un partito a lungo atteso che è destinato, a nostro avviso, a raccogliere i consensi di oltre il 40% degli italiani. Il Pdl, per forza di cose, per necessità e per utilità, non può e non deve essere monoidentitario". "Non ci può essere il pensiero unico – prosegue il ministro della Difesa e ‘reggente’ di An – Sotto una comune cornice di progetti, valori e programmi, il Pdl deve essere un partito multidentitario".

"An entra nel Pdl con tutta la sua storia, con i suoi uomini, le sue donne, i suoi valori. In una parola con la sua identità", ha affermato La Russa. "An e Fi sono gemelli, certo gemelli diversi, sono stati impegnati in un percorso verso una coalizione che è stata la più forte e moderna del dopoguerra". Dall’altra parte, ha aggiunto, "c’era una sinistra raccogliticcia unita dall’antiberlusconismo e dall’anti-destra".

La sinistra ha scelto il Pd per stato di necessità, il Pdl invece nasce per "una libera scelta, una scelta di amore per l’Italia". "Noi – spiega il reggente del partito – non abbiamo un problema di leader, è giusto che sia Berlusconi; non abbiamo problemi di valori, avremmo potuto fare come ha fatto la sinistra. La sinistra scelse il Pd, e rendo merito a Veltroni di aver lanciato la sfida della semplificazione del quadro politico, ma la sinistra lanciò la sfida per stato di necessità. La nostra è una scelta libera, una scelta di amore per l’Italia".

Ignazio La Russa dedica un passaggio del suo intervento al congresso di An agli "intellettuali di destra" che, nelle ultime settimane, non hanno risparmiato le critiche nella discussione sul ruolo di Gianfranco Fini nel Pdl."Ma che gli avremo fatto a questi intellettuali di destra? Forse – spiega La Russa – non ci perdonano di aver successo in politica e che loro nel mondo della cultura hanno avuto qualche problema".

Ma non è tutto. Per La Russa il Pdl sarà un partito con "regole, prluralismo culturale e con una forte cornice definita, frutto di un dibattito sereno, del confronto e ovviamente di un momento decisionale che, guai se non ci fosse, ci deve essere, c’è e ci sarà". Queste regole, sottolinea il ministro della Difesa, "in realtà sono molto semplici". E ricorda che il parito "avrà un presidente eletto dall’assemblea congressuale, che terremo quando avremo superato il ponte che ci unisce al futuro, avrà un ufficio di presidenza composto da 21 persone, più capigruppo e vice capigruppo parlamentari, che accompagnerà d’intesa tutte le decisioni".

"A livello territoriale – prosegue La Russa – i coordinatori regionali verrano nominati dal presidente del partito d’intesa con l’ufficio di presidenza". E accanto ai coordinatori ci sarà sempre un "vicecoordinatore vicario che lavorera d’intesa con il coordinatore regionale". Si è parlato molto, continua La Russa, del criterio 70%-30%, "è un criterio guida, ma il criterio centrale sarà quello del valore degli uomini, della qualità e della capacità di militanza politica. Su questo – conclude – siamo in perfetta sintonia con Forza Italia".

Nel discorso del ministro della Difesa c’è spazio anche per la politica estera. Dal palco del congresso infatti La Russa ha sollecitato di nuovo il Brasile affinché possa essere estradato Cesare Battisti. "È una piccola battaglia, però essenziale da combattere prima della nascita del Pdl e del partito degli italiani". "Abbiamo la necessità di pretendere dall’amico fraterno popolo brasiliano che il terrorista Cesare Battisti possa tornare in Italia per scontare l’ergastolo al quale è stato condannato per i suoi efferati omicidi", ha concluso. 

Un ultimo messaggio lo lascia agli alleati del Carroccio. La nascita del Pdl, ha detto La Russa dal palco di An, ha alcune conseguenze: fra queste il fatto che i partiti della coalizione di centrodestra che "prima erano quattro, ora diventano due". "L’Udc – ha ricordato il ministro della Difesa – ha lecitamente scelto di stare fuori: sono contenti loro e siamo contenti noi perchè la loro uscita ha permesso una maggiore coesione della coalizione che non è mai stata così compatta come ora". Altra conseguenza, ha aggiunto, è che la Lega "ha trovato più spazio". Ed ora, ha proseguito, "io dico agli amici della Lega che non ci sarà nulla di male se il Pdl dovrà darsi una strategia di sana, amichevole, fraterna competizione. Non c’è nulla di male – ha detto – a ricordare che se la Lega è contraria all’abolizione delle province noi riteniamo che, non subito ma nei prossimi cinque anni, le province debbano delegare loro poteri a comuni e debbano essere sciolte; niente di male se noi abbiamo ritenuto che bisognasse inviare sul territorio gli uomini delle forze armate; e niente di male se quando la Lega legittimamente difendeva Malpensa, noi abbiamo detto che c’era un silenzio assordante attorno all’aeroporto di Linate e dopo ci sono venuti tutti dietro".

Insomma, ha detto La Russa, "non c’è biogno di contrapporsi; al contrario bisogna competere ed essere pronti ad accettare i correttivi" proposti dagli alleati. Ciò, ha però concluso, non significa "accettare l’ineluttabilità" del fatto che "siccome per vincere bisogna stare insieme, un passo indietro lo debba sempre fare il Pdl", perché li dovremo fare tutti e "o si fanno insieme o non si fanno".