Vertice migranti Ue, la Turchia raddoppia: da tre a sei miliardi per contenimento
08 Marzo 2016
La richiesta della Turchia di entrare a far parte dell’Unione Europea risale al 1987. E proprio in queste ora il primo ministro della Turchia ritorna sull’argomento: "Torno a Bruxelles per il secondo vertice Ue-Turchia in tre mesi, il che dimostra quanto la Turchia sia indispensabile per l’Ue e viceversa. Abbiamo molte sfide davanti a noi e l’unico modo per rispondere è la solidarietà, la solidarietà nel nostro continente. Dobbiamo guardare all’intero quadro del nostro continente, non solo all’immigrazione irregolare. Sono contento che oggi tra i leader europei ci sia una consapevolezza molto più intensa dell’importanza di queste sfide. Ieri abbiamo avuto un incontro molto fruttuoso con il cancelliere Angela Merkel e con il premier olandese Mark Rutte siamo tutti colleghi. Sono sicuro che queste sfide verranno risolte attraverso la cooperazione. Spero che questo summit si focalizzi non solo sull’immigrazione irregolare, ma anche sul procedimento di accesso della Turchia all’Ue". Rappresenterebbe un vero "punto di svolta nelle nostre relazioni".
Insomma: le ambizioni turche in tutti questi anni, non sono cambiate. Ma l’argomento che scotta, in queste ore, è solo quello dell’immigrazione. La Merkel, attraverso la sa portavoce, ha sottolineato che i negoziati Turchia-UE sono ancora in corso, e che l’idea che il vertice Unione Europea-Turchia dichiarerà chiusa la rotta dei rifugiati attraverso i Balcani è solo un’ "ipotesi".
I temi principali sul tavolo del summit strardinario Ue-Turchia riguardano, sostanzialmente, la creazione di una strategia europea efficace per la gestione dell’emergenza migranti e la “salvaguardia” di Schengen, oltre ovviamente al ruolo della Turchia. In particolare l’Unione si aspetta un rinnovato impegno di Ankara per contenere, se non bloccare i flussi di profughi che, attraverso il suo territorio, stanno raggiungendo la Grecia e lungo la rotta balcanica i Paesi del Nord Europa.
Sul discorso immigrazione, il premier italiano sceglie la strada del romanticismo, invece. Come annunciato in una enews il 23 febbraio, ha portato al vertice UE il documento ‘Fuocoammare’. Ha chiesto 27 dvd a Rai cinema, spiegando: "Fuocoammare racconta la poesia dell’accoglienza di Lampedusa, la qualità delle donne e degli uomini per i quali il migrante è un essere umano, non un numero. Ha vinto un film, italiano, su Lampedusa. E ha vinto in Germania, a Berlino. Al prossimo vertice Ue voglio andare e metterli sul tavolo di tutti i 27 capi di Stato e di governo insieme a due paroline per dire che cos’è questo film, per spiegare che questo è un pezzo dell’Italia, sia dal punto di vista del cinema che dal punto di vista dei valori che rappresenta".
C’è meno romanticismo, invece, nelle notizie che arrivano dalla Russia. Sarebbbero 1milione i profughi pronti a passare dalla Russia all’Europa. E’ quanto sostiene il ministro della difesa finlandese Niinisto. Quel che si vorrebbe capire è dove siano i profughi siriani. Per qualcuno la maggior parte di loro sarebbe proprio di passaggio in Russia.
Il 12 febbraio scorso il Presidente finlandese Sauli Niinisto e il Primo ministro russo Dmitri Medvedev si erano incontrati per discutere il problema. Medvedev aveva allora dichiarato di non poter impedire che i richiedenti asilo passassero dalla Russia alla Finlandia.
Secondo Niinisto il numero dei passaggi illegali dalla Russia alla Finlandia "può crescere senza limiti, passando dalle poche centinaia di oggi alle migliaia di domani, fino ad arrivare anche a 1 milione". Il problema non riguarderebbe allora solo la Finlandia, ma tutta l’Europa. Proprio oggi la Russia ha chiuse il confine nella regione lappone.
Il vertice informale straordinario Ue-Turchia in corso a Bruxelles non è finito nel pomeriggio, ma continuato a cena, con un nuovo incontro dei leader dei Ventotto con il primo ministro turco Ahmed Davutoglu. Secondo fonti del Consiglio europeo, il primo ministro turco ha portato nella discussione "nuove idee, sia in termini di offerte che di richieste" rispetto a quanto era già stato concordato con Ankara nei giorni scorsi.
La Slovenia al suo arrivo al vertice lancia subito un monito: "Chiudendo la rotta balcanica all’immigrazione illegale, proteggeremo i Balcani occidentali dallo scivolare nel conflitto, se di nuovo decine di migliaia di migranti li invadono, possono scoppiare molti conflitti tra i paesi della regione”. Sottolineando, poi, in Europa dovrebbero poter entrare solo quanti hanno diritto all’asilo, ma ribadendo anche l’impegno a raccogliere i 567 rifugiati concordati nel piano dei ricollocamenti.
L’Austria non arretra di un centimetro le sue posizioni e ribadisce: “Dobbiamo essere chiari: questa rotta dei Balcani è chiusa. Solo la chiarezza fa la differenza oggi. Dobbiamo dire alla gente e ai trafficanti che non c’è nessuna strada aperta verso l’Europa occidentale". Aggiungendo poi l’esigenza per l’Europa di arrivare a trovare una soluzione per i migranti da sola, senza l’aiuto della Turchia.
Sul tavolo però anche la questione del giornale d’opposizione Zaman. Il presidente francese Francois Hollande ha chiesto vigilanza per quanto riguarda la Turchia, nonostante gli stretti legami tra Ankara e l’Unione europea. "La cooperazione con la Turchia non significa che accettiamo tutto. In particolare, dobbiamo essere molto vigili … verso alcune misure adottate in Turchia, tra cui quelle relative alla stampa. La stampa deve essere libera in tutto il mondo, anche in Turchia".
Renzi chiede "un riferimento alla libertà di stampa" nell’accordo fra l’UE e la Turchia sulla crisi dei rifugiati, "altrimenti non firmerà".
La Mezzaluna, che già ospita due milioni di profughi, propone all’UE un sistema di reinsediamenti secondo uno scambio di ‘uno a uno’, dicendosi disposto a riprendere tutti i migranti che hanno raggiunto illegalmente l’UE da una certa data in poi (non in modo retroattivo), sia quelli economici che i richiedenti asilo. Ma per ogni profugo siriano riammesso, chiede che i Paesi dell’Unione ne accolgano uno in modo legale dal suo territorio. In contropartita Ankara vuole 3 miliardi aggiuntivi (oltre ai 3 già previsti) per il 2018, che l’Europa dovrebbe stanziare sulla base di progetti per migliorare le condizioni di vita dei profughi; l’apertura di cinque capitoli per il processo di adesione UE; la liberalizzazione dei visti a giugno, anziché ottobre.