«Vi spiego il NO del Family Day al referendum»
15 Settembre 2016
“Famiglie per il NO” è il comitato costituito dal Family Day per contrastare la riforma costituzionale di Matteo Renzi. Una riforma pericolosa per il mondo cattolico. Ne parliamo con Maria Rachele Ruiu, del coordinamento nazionale Generazione Famiglia-La Manif Italia.
Che ne pensa del referendum costituzionale?
Se lo ricorda Obama che chiama Renzi alle sette del mattino per festeggiare la legge sulle unioni civili? E Renzi che sveglia il suo entourage per informarlo della telefonata?
Sì ma che c’entra con il referendum?
Renzi ha già mostrato il suo volto autoritario usando il voto di fiducia per far passare le unioni civili in parlamento, stravolgendo l’iter legislativo e infischiandosene delle questioni di costituzionalità. Adesso, con una riforma che rafforza il ruolo del Governo senza predisporre gli adeguati pesi e contrappesi istituzionali, si rischia solo che aumenti la subordinazione del nostro Paese alle centrali europee e americane che non hanno più un vero interesse a difendere il ruolo della famiglia naturale. Se vincesse il Sì al referendum, sarebbe più semplice imporre il disegno che hanno in mente Renzi e chi gli fa da suggeritore, il progetto di una libertà senza limiti, di un individualismo che porta solo alla distruzione dell’individuo, della persona resa sempre più sola e plasmabile economicamente.
Nei giorni scorsi l’ambasciatore americano a Roma ha fatto endorsement per la riforma. Obama chiama, Renzi ubbidisce?
Non solo a Obama. Prima di mollare sulla stepchild adoption, Renzi corse a parlare con il suo collega lussemburghese Bettel. Mentre era in corso la discussione sulle unioni civili, i senatori del Pd Cirinnà e Lo Giudice incontrarono l’ambasciatore tedesco Wasum-Rainer. Durante l’iter della legge c’è stato un numero abnorme di risoluzioni europee per spingere il nostro Paese ad “allinearsi” in materia LGBT, per non dire dei pronunciamenti della Corte europea, dei giudici europei e italiani che sono intervenuti a sostegno di Renzi sui temi eticamente sensibili.
Matrimoni gay, ddl Scalfarotto sull’omofobia, introduzione del gender nelle scuole, impedire l’obiezione su aborto e utero in affitto… un lungo elenco che secondo Lei rischia di passare in blocco con la riforma.
A livello internazionale c’è una grande spinta a isolare chi, come noi, si ribella al pensiero unico sui temi etici. Ci dicono che l’Italia è fanalino di coda sui diritti, mentre noi sentiamo di essere faro di civiltà: noi non vogliamo far crollare gli argini. Renzi invece sta cavalcando quella spinta internazionale e ne appare fortemente influenzato. Se passa la riforma diventerebbe quasi impossibile bloccare il Governo su questioni come le adozioni gay o la maternità surrogata. Prenda la riforma del Senato. Beh, in Senato sulle unioni civili si è combattuto, almeno fino a quando Renzi non ha messo la fiducia, stralciando la stepchild. Nel nuovo sistema istituzionale previsto dalla riforma, e con governi come questo, la stepchild passerebbe senza problemi e velocemente.
La settimana scorsa, a Matera, Lei è intervenuta con altri esponenti del mondo cattolico alla Festa del No. Chi sono i cattolici per il No?
Il nostro comitato, Famiglie per il No, non è un partito e non vuole essere assimilato a una parte politica. Detto questo, a Matera ho visto tanti mondi ognuno ricco di specificità, tante persone, amici, che si sono riuniti mostrando grande compattezza. Non ci si venga ad accusare nuovamente di fare battaglie dogmatiche: le sembra dogmatico dire che i bambini non si comprano e che nascono da una mamma e un papà? Io credo che significhi difendere il bene comune. Ecco, a Matera c’erano tanti cattolici a difesa del bene comune. E tutti si sono espressi per il NO al referendum di Renzi.