Via i segreti di Stato: la verità sul nostro piccolo 11 Settembre

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Via i segreti di Stato: la verità sul nostro piccolo 11 Settembre

06 Maggio 2016

Bene hanno fatto un gruppo di senatori a incalzare Renzi prima del 9 maggio, giornata della memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi. Per troppo tempo sui fatti più bui della nostra recente storia repubblicana, come la vicenda del dc9 Itavia, si sono rincorse le tesi più disparate, quasi sempre frutto di un antiamericanismo viscerale, smentite peraltro da sentenze e accertamenti processuali: quella del jet americano che sperona l’aereo italiano o del missile francese che ne avrebbe causato l’abbattimento.

In realtà, ricordano i senatori, quando i membri delle commissioni parlamentari di inchiesta hanno potuto avere accesso a materiali non più coperti dal segreto di stato, è venuto a galla e ha trovato conferma, con sempre maggiore chiarezza, un quadro molto diverso da quello che era stato raccontato da una miriade di film, romanzi e presunte inchieste giornalistiche.

Materiale non più coperto dal segreto di stato ma che essendo ancora classificato come “segretissimo” non può essere divulgato. Da qui la richiesta fatta a Matteo Renzi “per rendere pubbliche quelle carte che possono dare un formidabile contributo alla ricerca di quella verità che le massime cariche dello Stato ogni anno auspicano che si possa raggiungere”, appelli che puntualmente cadono nel vuoto e finiscono per risuonare ormai retorici.

Sarebbe utile ad esempio leggere i carteggi a cui hanno avuto accesso i membri della commissione di inchiesta sulla morte di Aldo Moro, carteggi tra la nostra ambasciata a Beirut e i servizi segreti italiani, che a leggere l’interpellanza fatta a Renzi delineano “il terribile e drammatico conflitto fra l’Italia e alcune organizzazioni palestinesi controllate dai libici” in atto tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta.

Vale la pena ricordare che per risalire al nostro, piccolo, 11 Settembre, il più grave attentato sul suolo italiano (ed europeo) prima dei più recenti attacchi jihadisti, bisogna tornare al periodo compreso tra il 1973 e al 1985. Quando l’immigrazione islamica in Italia era albori, la Moschea di Roma aveva appena aperto i battenti, i talebani combattevano ancora in Afghanistan armati dagli americani in funzione antisovietica.

Ebbene, conviene fare luce sui segreti di stato visto che, a parte Ustica e la strage di Bologna che seguì poco dopo, i due attentati più sanguinosi, drammatici, brutali, della storia del terrorismo arabo in Italia furono appunto quelli compiuti nel ’73 e nell’85 all’aeroporto di Fiumicino da commando palestinesi. In totale furono uccise 35 persone (115 i feriti), compresi cittadini italiani.

Davanti allo stragismo palestinese di “Settembre Nero” e di Abu Nidal, che tanta solidarietà accumulava e accumula nel Belpaese, gli imam e i jihadisti di oggi, almeno quelli di casa nostra, rischiano di sfigurare. Dunque via il segreto sui misteri italiani e iniziamo a fare i conti seriamente con la storia italiana recente, quella che a scuola non si studia ma ha determinato la vita di tutti noi.