Vietti, no a giustizia spot serve riforma complessiva
19 Maggio 2013
di redazione
Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, interviene al Salone di Torino presentando il suo ultimo libro, "Facciamo Giustizia". Commentando la proposta del Pdl di ripartire dalla legge sulle intercettazioni, Vietti dice no a "interventi spot", che a suo parere rischiano soltanto di sovrapporre i problemi. Non si può favorire questa o quella parte politica, dice. "La riforma delle intercettazioni avrebbe dovuto essere fatta già dai governi precedenti".
E aggiunge che un ripensamento sul regime delle intercettazioni non può andare a discapito di qualcuno, "né contro la privacy, né contro la magistratura, né contro i giornalisti. Si potrebbe agire in modo settoriale per tutelare maggiormente la riservatezza". No anche a provvedimenti che nascano solo dall’urgenza o sull’onda dei fatti di cronaca.
Secondo Vietti, "alla giustizia servono riforme profonde e radicali nell’interesse del cittadino e del sistema Paese". Serve insomma una riforma complessiva della politica giudiziaria anche se Vietti ammette che il governo Letta sembra avere altri obiettivi. "Vedo che esponenti politici dicono che non si devono fare iniziative in materia di giustizia che siano divisorie. Io posso essere d’accordo ma non condivido l’idea che non si faccia nulla".
Il vicepresidente del Csm indica alcune priorità, come intervenire sulla prescrizione, che ogni anno, sostiene, cancella decine di migliaia di processi. "La riforma della giustizia non necessariamente vuol dire trovare l’agenda rossa di Borsellino", dice, "Ovviamente ci auguriamo che un eventuale supplemento di indagini porti a trovare la verità" anche sulle stragi, auspicando quindi che si faccia chiarezza sui lati oscuri della storia italiana degli ultimi anni.