Vietti si mette la toga e fa la sentenza sul processo breve
07 Aprile 2011
di redazione
Michele Vietti ha pronunciato la sentenza: “ Il processo breve? Pubblicità ingannevole”. Altro che ruolo superpartes dall’alto della vicepresidenza del Consiglio superiore della magistratura alla quale l’Udc Vietti è stato designato con voto bipartisan. Da qualche tempo, il numero due di Napolitano che del Csm è il presidente, non perde occasione per comunicare che tutto ciò che fa, pensa, produce, ‘legifera’ l’organo di autogoverno della magistratura, ormai ‘terza Camera’, va benissimo, anzi non c’è alcuna interferenza o intervento a gamba tesa sull’attività del Parlamento.
E dunque anche l’ultimo pronunciamento – peraltro non richiesto dal Guardasigilli, come è prassi per legge – sul provvedimento in queste ore in discussione alla Camera è legittimo e dentro i confini che separano i due poteri dello Stato, quello giudiziario e quello legislativo. Perchè, rimarca il centrista, “esprimere pareri al ministro sulle proposte di legge è un nostro diritto” e “non può essere in alcun modo considerato una interferenza con il lavoro da parte del Parlamento”. Ma la ‘chicca’ arriva quando afferma che “il processo breve è pubblicità ingannevole”, dopochè ieri da Palazzo dei Marescialli lo hanno bollato come “un’amnistia sostanziale”.
Vietti la butta giù così: se da un lato si dice di voler ridurre i tempi processuali, dall’altro di introducono norme che li dilaterebbero all’infinito e “se sommiamo l’allungamento dei tempi del processo e l’azione della prescrizione si rischia di produrre un effetto destabilizzante sull’intero sistema giudiziario”. Parere legittimo, ovviamente anche se piuttosto di parte. Il punto è un altro: il ruolo che Vietti ricopre imporrebbe quanto meno una maggiore cautela nell’uso delle frasi ad effetto, giocate quasi come una sorta di slogan elettorali. A meno che lo stesso Vietti non si prepari a occuparsi pure del marketing della comunicazione per conto del Csm. Magari studiando una bella campagna pubblicitaria su come ‘liberare’ le toghe da Berlusconi.