Villari resiste e si fa strada l’ipotesi di sciogliere la Vigilanza
14 Gennaio 2009
Ancora dieci giorni di tempo per sperare in un accordo tra il Pd e Riccardo Villari ma si fa anche strada l’ipotesi dello scioglimento della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai da parte dei presidente di Camera e Senato. Sono queste due le soluzioni che si profilano all’orizzonte per sboccare definitivamente l’impasse che da mesi sta imballando l’attività della Commissione di Vigilanza, impendendo di fatto anche il rinnovo del CdA della Rai. E tutto questo mentre resta fissata per domani la riunione a Palazzo San Macuto con all’ordine del giorno oltre al regolamento per l’informazione radiotelevisiva durante la campagna elettorale in Sardegna, il rinnovo dei vertici di viale Mazzini. Insomma il rebus della Vigilanza continua a rimanere senza soluzione anche se l’impressione è che ormai si sia giunti davvero alle battute finale.
Intanto, come detto, dalla Giunta per il regolamento convocata ieri su proposta del presidente Schifani non è giunta alcuna decisione in merito ma soltanto una proroga di dieci giorni. In pratica si sarebbe dovuto stabilire se c’erano o meno i termini per revocare l’incarico di presidente della Vigilanza a Riccardo Villari. Una decisione bloccata di fatto dall’iniziativa dei capigruppo del Pdl, i quali domenica scorsa in una lettera a Il Corriere della Sera avevano annunciato la decisione di non partecipare più ad alcuna riunione della Vigilanza fino a quando l’attuale presidente non si fosse dimesso. Questa mossa a quanto pare è risultata decisiva e ha convinto la Giunta a concedere una proroga al fine, come ha spiegato il vicepresidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello, “di dare altri dieci giorni alla politica per trovare una soluzione”.
Insomma adesso tutto è nelle mani di Villari e del Pd che dovranno trovare una via d’uscita. Per il momento però non si registrano segnali confortanti. Da largo del Nazareno infatti si continua a mostrare una posizione di fermezza e che non vuole fare sconti a Villari, come confermano le parole della capogruppo a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro: “Non dobbiamo dare alcun segnale politico a Villari: lui la commissione non la rappresenta, tanto che i gruppi che stanno in commissione non partecipano più ai lavori. Quando verrà un gesto di responsabilità da Villari, allora si potrebbe ragionare su un recupero del rapporto”. Dal canto suo Villari non lascia trapelare nulla e risponde soltanto con atti ufficiali, come quello della convocazione della Commissione. E proprio alla riunione di domani in molti guardano con grande attenzione, convinti che da lì potrebbe giungere la soluzione non tanto per il possibile annuncio da parte di Villari delle proprie dimissioni ma piuttosto perché la seduta dovrebbe andare deserta per le defezioni in blocco di Pdl, Pd e Idv.
In effetti l’ipotesi che sta circolando è che l’assenza di quasi tutti i consiglieri dovrebbe dare la conferma dell’esistenza di una materiale impossibilità della Commissione di funzionare, consentendo in questo modo ai presidenti di Camera e Senato di intervenire sciogliendo d’autorità la Vigilanza. Per la verità si tratta di una voce che gira tanto in ambienti della maggioranza che dell’opposizione, ma su cui c’è più di una qualche perplessità, visto che secondo molti non basterebbe l’assenza dei membri della Commissione per attestare la sua incapacità a funzionare ma piuttosto le dimissioni in blocco dei commissari. Dimissioni che però al momento non ci sono e che non sembrano profilarsi.
Così il pallino della soluzione continua a rimanere nella mani di Villari e di Veltroni, come fa notare anche lo stesso capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, il quale osserva: “La questione della presidenza della Commissione di Vigilanza non si risolve con la clava, cioè né con espulsioni né con provvedimenti regolamentari”. Da qui l’auspicio di Cicchitto che “il Partito Democratico, sia pure con grande ritardo, si muova sul piano politico e riapra un confronto con il senatore Villari”.
Domani comunque dopo la riunione della Vigilanza potrebbe esserci qualche sviluppo, altrimenti rimarranno poco meno di dieci giorni per trovare una soluzione, prima che la Giunta intervenga. E allora difficilmente Villari potrebbe riuscire ad evitare la revoca dalla presidenza.