Vino sì, vino no
24 Gennaio 2023
Vino sì, vino no. Ci vorrebbe Baudelaire per fare una sintesi lirica della discussione che va avanti da giorni sul vino. In Italia e in mezza Europa. Dopo la decisione degli irlandesi di etichettare gli alcolici come se fossero le sigarette. Con quelle foto orribili che vediamo sui pacchetti, ma che non sembrano aver risolto molto la questione del fumo. E dei morti per tabacco.
Ci vorrebbe Baudelaire perché il vino è un simbolo della cultura mediterranea e quindi occidentale. Per cui tirarlo in ballo significa di colpo fare i conti con la nostra società, l’economia, la salute, la scienza, c’è tutto un mondo in un calice di vino. Nella disfida tra gli uomini e le donne di scienza, sembra di rivivere il tormentone del Covid, mascherina sì, mascherina no. La professoressa Viola tira in ballo pure l’amianto per metterci in guardia dagli effetti più deleteri del vino e dell’alcol.
Il professor Bassetti si lancia su Facebook in una appassionata difesa del vino, con tanto di foto e degustazione. Spiegando che il vino non è il fumo, non si può dire che faccia male come un super-alcolico. Etichettare le nostre bottiglie significherebbe “deturpare un’opera d’arte”, aggiunge Bassetti. Intanto la politica europea si muove. L’Europa mediterranea, Italia Francia e Spagna, con in testa Roma, è unita nel difendere la dieta mediterranea.
Gli interessi economici pure, si muovono. In ballo c’è uno dei cavalli di battaglia dell’ultima campagna elettorale. Quel “nutriscore” contro cui si è battuta e si batte il presidente Meloni. Il sistema di etichettatura nutrizionale sul cibo. Un sistema che i produttori alimentari italiani intendono contestare, difendendo le nostre preziose prelibatezze, ricche di grassi, come la mozzarella e il parmigiano.
Sullo sfondo la battaglia più ampia sui modelli alimentari: il vino no, i grilli e altri insetti sulla nostra tavola sì? Last but not least, la sociologia si incarica di descrivere i fenomeni più pericolosi legati al bere. Il binge drinking, che si diffonde tra giovani, e soprattutto le giovani donne, aumenta dopo il Covid. Scolarsi quattro, cinque bicchieri di seguito per ubriacarsi in pochi minuti. Dimenticandosi tutto il resto. E torniamo a Baudelaire.