Vitalizi agli ex, passo falso del consiglio regionale del Molise
31 Luglio 2012
La figuraccia stavolta è bipartisan. Ieri il consiglio regionale del Molise ha dato il via libera a un emendamento che cancella il taglio del 25% dei vitalizi previsti per gli ex inquilini di Palazzo Moffa. Era stata una delle poche iniziative apprezzate dall’opinione pubblica molisana. Ma i consiglieri hanno dato vita a un clamoroso voltafaccia ai buoni propositi. Che ancora una volta mette in discussione la credibilità della classe politica.
Una “lobby” che il cittadino comune vede sempre più lontana dalle esigenze reali della gente e sempre più arroccata nella difesa dei propri privilegi. Di certo non si dà un buon esempio in una fase in cui quasi tutti stanno facendo i conti con la crisi economica. Tra qualche assenza – più o meno strategica – e qualche sparuto voto contrario, l’ennesimo regalo alla casta è stato servito su un piatto d’argento in un afoso pomeriggio d’estate. Il provvedimento sarebbe passato quasi del tutto in sordina, se non fosse stato per quei pochi voti contrari espressi dai consiglieri di minoranza Massimo Romano (Costruire democrazia), Salvatore Ciocca (Federazione della sinistra) e Michele Petraroia (Partito democratico). Unica voce fuori dal coro, tra i banchi della maggioranza, quella di Vincenzo Niro (Udeur), presidente della commissione che aveva licenziato il provvedimento “taglia privilegi”.
Una decisione, quest’ultima, che naturalmente aveva fatto infuriare gli ex consiglieri regionali. Nei giorni scorsi, infatti, avevano addirittura diffidato la prima commissione consiliare. A guidare la “rivolta degli ex” Fernando Di Laura Frattura, padre di Paolo, attuale leader dell’opposizione. La motivazione della levata di scudi non fa una piega: essendo quel vitalizio un diritto già acquisito, non può essere cancellato. Per questo hanno detto a chiare lettere “guai a chi lo tocca”. Eppure quella sforbiciata del 25% agli assegni mensili degli ex regionali aveva prodotto qualche beneficio nelle boccheggianti casse di Palazzo Moffa.
Finora sono stati risparmiati 600mila euro, destinati a toccare quota un milione entro la fine dell’anno. Dalla stanza dei bottoni sarebbe stato inviato davvero un bel segnale di sobrietà. Invece sulla via di Damasco il “parlamentino” di Campobasso è rimasto folgorato. E ha innestato una brusca retromarcia. Cosa è cambiato da gennaio a oggi? Non è dato saperlo. La semplice paura di una diffida? Onestamente appare poco per giustificare una decisione del genere. Per ora l’unico dato certo è la rabbia espressa da Massimo Romano, leader di Costruire democrazia. Parla di un consiglio regionale “reo” a suo avviso di aver scritto una “pagina orrenda, dimostrando ancora una volta che la casta difende se stessa e se ne frega della crisi che sta massacrando le fasce più deboli della popolazione, oltretutto in un momento in cui i poteri del Consiglio sono limitati per effetto della sentenza della magistratura amministrativa. Invece di preoccuparsi della rapida approvazione di provvedimenti in favore dei giovani, dei disoccupati, degli esodati, di quanti sono rimasti esclusi dagli ammortizzatori sociali, di quanti hanno perso il lavoro, di quanti attendono l’approvazione del reddito di cittadinanza, il consiglio regionale – ha aggiunto Romano – si occupa del ripristino dei vitalizi per gli ex consiglieri sul presupposto che da questi sarebbe arrivata una diffida”.
Il leader di Costruire democrazia, oltre a tirare qualche frecciata al centrosinistra – ispiratore del provvedimento – invita anche il centrodestra a dare seguito alla politica degli annunci. Evidentemente, alla luce di quanto accaduto ieri in consiglio regionale, ritiene che tutti quei programmi incentrati sulla riduzione dei costi della politica vadano a farsi a benedire. Del resto – ha ricordato lo stesso Romano – ai rimborsi elettorali ha rinunciato solo lui. E sotto sotto sospetta che finisca al macero anche un altro provvedimento voluto dal presidente della Regione, Michele Iorio, all’alba del suo terzo mandato: l’abolizione delle cosiddette pensioni d’oro (i vitalizi per l’appunto) per i consiglieri di Palazzo Moffa a partire già da questa legislatura. Intanto uno stop ai costi della politica regionale arriva dalla Corte costituzionale. I giudici hanno infatti bocciato la legge con la quale la Regione Molise intendeva migliorare il trattamento economico dei componenti delle segreterie particolari dei politici. La Consulta, in sostanza, si è pronunciata sul provvedimento impugnato nel 2011 dal governo Berlusconi. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, il rischio che si corre è che una legge uscita dalla porta rientri dalla finestra. Il ripristino del vitalizio agli ex regionali ne è una prova lampante.
In questo modo si ottengono solo due risultati: allontanare ancora di più la gente dalla politica e buttarla tra le braccia di Grillo, un “nemico” che i cosiddetti politici di razza sembrano voler combattere solo a parole. Perché, almeno fino ad ora, non stanno facendo altro che aumentare le frecce dialettiche a disposizione dell’arco del “re” dell’antipolitica e dei suoi adepti molisani.