Viva Google Books, digitale è “fair use”
19 Ottobre 2015
di redazione
"Fair use". E’ con questa espressione giuridica che una corte d’appello degli Stati Uniti ha dato un’ulteriore spinta all’uso di materiali protetti da copyright su Google Books, il servizio di digitalizzazione dei libri presenti nelle biblioteche offerto da Google. Il gigante di Mountain View infatti si sta scontrando da tempo con la Authors Guild, l’associazione che cura gli interessi degli autori americani, che lamenta la violazione del tradizionale diritto d’autore nell’ambito del mercato digitalizzato sul web. L’associazione aveva chiesto 2 miliardi di dollari di compensazioni ma per adesso non è riuscita nel suo intento. Il "fair use" è una norma americana che salvaguarda il tipo di utilizzo delle opere tutelate dal diritto d’autore; secondo i giudici, Google rende un servizio al sistema educativo americano, aprendo la strada a "nuovi e possibili campi di ricerca". Come dire, il fair use va inteso come una sorta di valorizzazione del principio del copyright laddove permette di estendere le conoscenze e i saperi del pubblico. Ricercatori e persone comuni hanno a disposizione velocemente libri che magari impiegherebbero anni a reperire. Per la Authors Guild, invece, Google Books resta un servizio "dannose" per gli autori, che li danneggia economicamente.