Viva Katrina

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Viva Katrina

06 Settembre 2005

I riflessi condizionati dell’antiamericanismo sono insieme prevedibili e stupefacenti.

Appena qualche giorno dopo l’attacco contro le torri gemelle dell’11 settembre 2001, passata la rapida euforia del “siamo tutti americani”, si affacciò subito la convinzione che “l’America se l’era cercata…”.

Ancora meno tempo è passato dall’orrore per la devastazione dell’uragano Katrina su New Orleans al ritorno di quell’affermazione, sui giornali come nelle chiacchiere da bar: “l’America se l’è cercata”.

Nel primo caso il motivo era la protervia dell’Impero Americano sui poveri del mondo, sugli afflitti e sui deboli; nel secondo è il disprezzo del solito Impero verso l’ambiente, la bellezza e la natura.

Oggi come allora, nei siti internet del mondo arabo e anche nelle piazze meno virtuali, si gongola e si festeggia per il disastro inflitto da Allah al grande Satana.

L’antiamericanismo è talmente irriflesso che si trova anche in contraddizione con se stesso: per un verso l’America è l’impero del male, l’iperpotenza che tutto può e tutto controlla; dall’altro basta un uragano per metterla in ginocchio.

Tutto è così automatico e ripetitivo da apparire appunto stupefacente.

All’indomani dello Tsunami che portò la devastazione nel sud est asiatico, la vecchia Europa fu scossa da un fremito di orrore e di solidarietà: giornali, tv, radio, star della musica e dello spettacolo, fecero a gara per raccogliere fondi a favore delle popolazioni colpite.

Niente di tutto questo si vede oggi che ad essere colpiti sono stati cittadini americani. Anche loro sono morti a migliaia, anche lì i sopravvissuti hanno perso tutto, anche lì mancano cibo, acqua e medicinali. E certamente gli europei che hanno preso il sole a Phuket non sono meno di quelli che hanno ballato per le strade di New Orleans.

Ma l’America non solo se l’è voluta, deve anche cavarsela da sola. Le sofferenze della gente colpita dall’uragano non contano: se è Bush a rimetterci, ci si deve solo godere lo spettacolo.

Qui a Magna Carta la pensiamo diversamente. Non possiamo fare molto, anzi la nostra iniziativa sarà forse poco più che simbolica, ma apriremo un conto corrente su cui raccogliere le offerte di coloro che vogliono dare una mano ai cittadini colpiti da Katrina.

Fossero anche pochi euro, avremo almeno messo il portafoglio lì dove batte il nostro cuore.

Magna Carta pro vittime dell’uragano Katrina
Banca Nazionale del Lavoro
c/c 9303 – abi 1005 – cab 3373