Viva le donne italiane, da Sofia Loren alle oche giulive di Berlusconi

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Viva le donne italiane, da Sofia Loren alle oche giulive di Berlusconi

21 Novembre 2010

Dopo il chiasso futurista, l’eccitazione di far fuori il Cav. ha fatto perdere la testa a parecchi. Newsweek ha pubblicato un articolo scopiazzato dal web magazine di Filippo Rossi e Repubblica che denuncia l’Italia berlusconiana delle veline-ministro e delle escort.  Un paese dove la donna è talmente umiliata da meritare di essere classificato dopo Colombia, Perù e Vietnam. Il Foglio ha riportato arrabbiato l’articolo di Barbie Nadeau, ma di politico c’è poco. Barbie Latza Nadeau, corrispondente dall’Italia di Newsweek, si è buttata anima e corpo su Amanda Knox, che appassiona gli americani. Amanda vende bene negli States e Barbie ha scritto anche un libro, Angel face, dove dimostra come anche la più brava ragazza americana può diventare un killer in Europa. In Angel face Perugia, la città del cioccolato quasi priva di crimini, diventa addirittura peggio di Las Vegas. Barbie accetta la tesi dell’americanina fuori controllo, ma la causa della trasformazione della ragazza di Seattle  è Perugia. Nel prossimo libro su Amanda – l’appello è vicino – potrà completare la sua tesi utilizzando la vulgata della Sodoma e Gomorra berlusconiana. Insomma, se Amanda ha ucciso Meredith, la colpa è di Berlusconi. Nel suo blog campeggiano le foto di Amanda e Berlusconi, il sultano che tratta le donne peggio di Gheddafi.

Tutto qui il caso Newsweek, un giornale sull’orlo della bancarotta e una giornalista rumeno-americana, autrice di molti articoli sull’Olocausto rom in corso in Italia. La foto clou dell’articolo, il Cav. con Federica Pellegrini, è del fotoreporter rumeno Andreas Solaro, anche lui attivo tra Roma e Milano. Insomma, il solito pasticcio rumeno. Come suggerisce Giulio Meotti sul Foglio, sarebbe il caso di smettere di finanziare con 700mila euro annui l’Associazione Stampa Estera per pagarle un bel palazzo alle spalle di Fontana di Trevi. Insomma, non siamo più la povera Italia del ’45, che deve ingraziarsi la stampa estera per farsi accettare nella Nato.

 

Barbie Latza Nadeau potrebbe trovare una conferma autorevole in Barbara Spinelli, la nuova firma  di Repubblica, ed inserirla nella galleria di foto allegata all’articolo, intitolata “Not Berlusconi’s bimbos” (“Queste non sono le oche giulive di Berlusconi”) dove c’è di tutto e di più.  Da Anna Maria Mozzoni (morta nel 1920)  a Rita Levi Montalcini, da Anna Magnani a Isabella Rossellini, figlia di Ingrid Bergman, che Annarella avrebbe strozzato volentieri, da Carla Bruni  a Sofia Loren. Barbara Spinelli potrebbe dare un’intervista a Barbie e spiegarle che Berlusconi è tutt’altro che finito, anzi, per eliminarlo occorre un golpe costituzionale e un decreto per escluderlo per sempre dalle liste elettorali. La Spinelli è un’altra Barbie, una figlia della meglio gioventù degli anni trenta che ha scambiato la Parigi di Sarkò per Ventotene. Non è una questione politica, né ideologica, ma di capelli bianchi e cortissimi, esibiti su una pelle curatissima, senza una ruga, troppo tonica per una sessantenne che a parole fa la guerra al botox berlusconiano.

 

I capelli cortissimi e bianchi, portati come una corona  di platino, sono la snobberia più diffusa delle intellettuali convinte di sedurre tout le monde conciate così. È la vecchia messa in scena del mito dell’androgino, un mix di Giovanna d’Arco e  Charlotte Rampling con Dirk Bogarde, che ha avuto gran successo a sinistra. Invece, anche con la bocca all’Angelina Jolie ( ovviamente nature e rossa scarlatta) le sciure d’annata rasate non seducono nessuno, perché il capello bianco per le femmine è la fine del sesso. Il capello bianco funziona  per  George Clooney o Richard Gere (  tutte  sognano di essere  Pretty Woman) ma è una tragedia per una donna. Il capello bianco corto, poi, è come una cintura di castità e per chi l’ha scelto per sedurre i maschi è una nevrosi sadomaso difficile da curare. L’odio viscerale per Berlusconi della femmina Spinelli, in fondo, ha soprattutto a che fare col Cav. senza un capello bianco, festoso, giocoso, che ama le belle donne e  le ricopre di doni.

 

Il Cav. è l’equivalente maschile di Sofia Loren, una settantenne  a cui non verrebbe mai in mente il bianco corto. Sofia, il simbolo della donna italiana in tutto il mondo, un patrimonio dell’umanità, che l’Unesco prima o poi dovrà inserire nella Lista, si tinge i lunghi capelli, cotona i riccioloni, qualche ritocco, uno scollo generoso, un bel sorriso ed è sempre sexy.  Sofia parla poco di politica e, se lo fa, è con una battuta. Indimenticabile “Rutelli è nu bello guaglione”. Morbida  e dolce come un babà, ma netta. “A me nu bello guaglione non l’ha mai detto nessuno” chiarì subito Romano Prodi. Sofia ha fatto impazzire tutti al cinema, perfino quando amava il prete Mastroianni che la lasciava per diventare Monsignore. Sofia è un pezzo d’identità italiana, una serie infinita di donne di ogni tipo, un’attrice amata da tutti, di destra e di sinistra. E’ anche una donna che ha lottato per avere un figlio, con una vita non facile alle spalle. Insomma, la ragazza povera ma bella di Pozzuoli, il simbolo dell’italiana, non ha perso la voglia di essere donna e per questo seduce ancora. Non diciamolo alla Spinelli, altrimenti chiede un decreto per escludere dal voto anche lei.