Vivendi verso soglia Opa. Mediaset volatile
22 Dicembre 2016
Bruno Vespa non si fa certo scappare l’occasione: “Se ci rivediamo tra un anno, sarà ancora azionista di riferimento del gruppo Mediaset?” chiede, quasi a bruciapelo, a Silvio Berlusconi. Che non si tira indietro e risponde: “Non immagino Mediaset che non sia guidata dalla mia famiglia. Ho fatto tante cose nella mia vita, ho costruito città satellite e altro. Ma dove mi sono impegnato di più, ciò che mi ha dato più soddisfazione è stata la tv”.
Alla presentazione romana di ‘C’eravamo tanto amati’ l’ultimo libro del giornalista della Rai, un Berlusconi più in forma che mai ripercorre tutta la vicenda finanziaria che ha portato il gruppo francese Vivendi, controllato dal finanziere Vincent Bolloré, a scalare Mediaset, arrivando fino al 29% del capitale del gruppo tv controllato – con il 38% – dalla Fininvest. Ed è la prima volta, da anni, che Berlusconi parla – e lo fa così diffusamente – del gruppo da lui fondato oltre 40 anni fa. A conferma del fatto che il momento è decisivo, epocale per la sua avventura imprenditoriale. E il Cavaliere non fa sconti per l’operazione francese: “In parole povere ci hanno fatto un ricatto, un’estorsione. Ma noi siamo in battaglia e resistiamo”. Dopo aver ricordato che tutto è iniziato con il contratto di aprile per la cessione di Mediaset Premium a Vivendi, che i francesi hanno però stracciato in luglio, Berlusconi ha detto che mai gli sono arrivate richieste di accordi o spiegazioni sulle intenzioni industriali di Bolloré. Ma solo segnali di evidente ostilità .
Il titolo Mediaset resta però volatile a Piazza Affari dopo un massimo intraday a 4,648 euro. Ora passa di mano a quota 4,456 euro e scende del 2,41% con volumi sostenuti: 11,7 milioni di pezzi, pari all’1% del capitale. Dopo aver aumentato la propria quota al 20% e dopo aver incontrato Pier Silvio Berlusconi, “Vivendi”, piuttosto che accontentarsi di una vita tranquilla, ha deciso di alzare la posta nella sua lotta con Mediaset e ha ulteriormente aumentato la sua quota al 26,8% dei diritti di voto.
Supponendo che Vivendi raggiunga la soglia del 30% in tempi relativamente brevi, a detta degli analisti, ci sarà bisogno di una pausa, in quanto questo è il livello a cui i francesi potrebbero lanciare un’offerta pubblica obbligatoria sulle azioni della società . Non è chiaro ancora però, se Vivendi lo farà , in quanto non è in grado di estromettere Fininvest, a meno che non si tratti di un’operazione concordata, che non sembra essere il caso attuale. “Ciò suggerisce che il sostegno degli acquisti di azioni rischia di sparire relativamente presto, anche se riteniamo che il potenziale di un’offerta, anche se è piuttosto improbabile, metterà un tetto alle azioni nel breve, medio termine”, precisano gli esperti di Berenberg.