Voci dal terremoto: cronache dall’abbandono
30 Dicembre 2017
di redazione
“Voci dal terremoto”: è questo il nome della nuova rubrica con cui l’Occidentale vuole accendere una luce sulla disastrosa situazione dei Comuni colpiti dal sisma oramai da più di un anno, per i quali la ricostruzione procede molto poco e molto male, e soprattutto sui quali è caduto il silenzio.
Con pochissime eccezioni, la grande stampa e i tiggì hanno letteralmente oscurato il fallimento della gestione governativa del dopo-terremoto, e il sostanziale abbandono di gran parte di quelle zone, della loro popolazione, dell’economia locale, del tessuto sociale, storico e artistico.
Eppure campagne stampa ben orchestrate si sono abbattute sulla ricostruzione che ha funzionato, quella della città de l’Aquila, dove in pochi mesi i cittadini ebbero le loro casette ben funzionanti e adeguatamente dotate, come si può vedere anche oggi. Nonostante l’efficacia dei loro interventi Berlusconi e Bertolaso, rispettivamente Presidente del Consiglio e Capo della Protezione Civile, furono allora selvaggiamente e ingiustamente attaccati, e non pochi, a sinistra, costruirono su quelle invettive vantaggiose carriere politiche. La disastrosa gestione di questi sedici mesi post-sisma da parte della sinistra di Renzi e Gentiloni, invece, viene accuratamente ignorata da una stampa ancora impegnatissima nel tentativo di salvataggio dell’ultimo partito di sinistra al governo in Europa.
Per questo c’è bisogno di “voci dal terremoto”. Sarà una rubrica-documento, in cui raccoglieremo immagini, commenti, notizie, fatti dalle zone del terremoto (i lettori possono scrivere a redazione.loccidentale@gmail.com). Per questo non troverete le nostre firme in calce: saranno quei cittadini a parlare, e noi saremo i loro portavoce.
“Un disastro annunciato”: è il commento del Comitato Civico 3e36 (uno dei riferimenti dei cittadini colpiti dal terremoto del 26 agosto 2016), che in un allarmante comunicato del 6 dicembre scorso denunciava la “gravissima situazione delle SAE (Strutture Abitative di Emergenza) di Amatrice e Accumoli. In un documento-denuncia spedito dal comitato alle diverse autorità, nazionali e locali, che avrebbero dovuto garantire già da diversi mesi le abitazioni ai sopravvissuti al terremoto di un anno e mezzo fa, emergono situazioni vergognose: in alcune aree SAE le abitazioni sono state consegnate senza i dovuti collaudi; nelle abitazioni ci sono problemi di infiltrazioni di acqua piovana e perdite dalla rete idrica; i topi hanno già attaccato il materiale di isolamento “pensato” per le condutture idriche; le vibrazioni degli elettrodomestici si trasmettono fra le strutture prefabbricate, producendo l’effetto del “terremoto simulato”, per non parlare delle porte e delle finestre, che si aprono verso l’esterno, come se non si sapesse che i paesi sono a 1000 m di altitudine, con la neve che d’inverno ne impedirà l’apertura.
E’ proibito proteggere con delle verande le entrate delle abitazioni, il che consentirebbe invece un risparmio di energia per il riscaldamento, così come è proibita l’installazione di stufe e camini: l’impianto dei caloriferi è solamente elettrico, per i quali non è stato previsto un trattamento antigelo, e manca un gruppo elettrogeno che ne garantisca il funzionamento in caso di sospensione di energia elettrica. In aggiunta, per via delle pendenza sbagliata delle pavimentazioni, i pozzetti intorno alle case non riescono a raccogliere l’acqua piovana che ristagna e gela. Non ci sono abitazioni con servizi per disabili, nonostante le richieste, e comunicare telefonicamente è quasi impossibile, visto che il segnale per la telefonia mobile è debole e non è prevista la linea fissa all’interno delle abitazioni.