Volete voi che gli asini volino?

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Volete voi che gli asini volino?

09 Giugno 2011

Volete voi che l’acqua sia pubblica? Si. Anche perché lo è e non può essere altrimenti in questo Paese. Volete voi che l’acqua sia gestita dal Comune e non da un’azienda? L’acqua è un prodotto, non è l’anagrafe: deve essere gestita e distribuita come servizio pubblico attivo ed efficiente e, quindi, con un’azienda, pubblica, privata, semi pubblica o semiprivata, che sia. Un’azienda che lavora nel mercato, come avviene dappertutto.

Volete voi che nella tariffa dell’acqua siano compresi gli interessi relativi agli investimenti necessari per la sua produzione e distribuzione? Certo che si, vivendo in un’economia di mercato. Non solo. L’acqua è un prodotto, che ha un valore (anche se si vuol regalare); spesso viene sperperata, portata via, persa, regalata o rubata (regali e furti fanno parte della voce “perdite”, nelle statistiche) ; trattata come aria, senza valore. Ed è così che viene trattata dai due quesiti referendari.

Volete voi abrogare le nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare? Il quesito tende al risultato "di non consentire l’inclusione dell’energia nucleare fra le forme di produzione energetica", dice la Corte costituzionale. Risposta: siamo per avere sempre più energia elettrica, volendo uno sviluppo positivo (e non zero, come una volta veniva predicato); siamo per averla con produzioni diversificate, nessuna esclusa, e con le tecnologie più economiche, le più avanzate e le più rispettose per l’ambiente; quindi anche per la produzione elettronucleare tecnologicamente più avanzata possibile.

Come si può domandare al popolo di condannare un comparto industriale tra i più importanti e avanzati in tutto il mondo e nello sviluppo di tutto il mondo (rientrano in questo settore anche la fusione nucleare e i reattori a sicurezza intrinseca e vi rientra anche un mondo di migliaia di ingegneri, punta avanzata del lavoro intellettuale e di ricerca)? Curioso è anche il divieto del nucleare “nel territorio nazionale”. Altrove, invece, è possibile e i nostri vicini ringraziano per il permesso. In termini pratici nell’Unione europea possiamo predicare per lo sviluppo del nucleare, purché non si faccia a casa nostra. Si tratta quindi di altro quesito razionalmente sconclusionato.

Volete voi che chi è impegnato in responsabilità di governo possa non comparire nelle aule di giustizia? Certo che lo vogliamo. Si tratta di rinviare le sedute, non di annullarle. Di dare la precedenza al governo del Paese, invece che a sedute giudiziarie con tempi indefiniti.

Ecco, questi sono i quesiti per cui più di 40 milioni di cittadini vengono chiamati a votare. Tutto è possibile in questo Paese rissoso e contradaiolo. I referendum sono uno strumento di democrazia diretta importante e per questo non possono essere usati come clave in mano a dei cavernicoli dei tempi moderni. Chiedere alla gente se è vero che gli asini volano, è da sempre stato solo cretino. E chi pensa, qualsiasi cosa pensi, non accetta di essere trattato da cretino.

(M.I.)