Voto di scambio, forse slitta autunno. Rotto l’incanto tra Pd e Pdl
24 Luglio 2013
di redazione
L’estensione del reato di voto di scambio politico-mafioso potrebbe essere rimandato a dopo l’estate. E il Pdl sembra intenzionato a discuterne direttamente in aula se il Pd, come sembra, riaprirà la questione con altri emendamenti. Il provvedimento era stato approvato alla Camera il 16 luglio scorso ma certo non ha aiutato l’articolo di Repubblica, che come al solito fa da megafono ai giudici "in rivolta" contro il provvedimento. Il timore, secondo esponenti del Pd, è che saltino "molti processi per mafia", per i grillini è una sicurezza, "si sta solo facendo un favore alle mafie". In realtà quello che il Pdl, con il capogruppo in Commissione Giustizia Costa, chiede già da qualche mese è che il reato di voto di scambio colpisca solo chi "accetti consapevolmente il procacciamento di voti"» in cambio "dell’erogazione di denaro o di altra utilità". Con una riduzione della pena da 12 a 10 anni, più o meno le pene previste per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, un reato continuativo e non episodico. Il Pd, al momento, non protesta. Poi però iniziano a piovere gli emendamenti M5S e il capogruppo al senato Zanda annuncia che anche il Pd è pronto a chiedere degli emendamenti che cancellino le richieste del Pdl. Sarà il presidente della Commissione Giustizia Nitto Palma a decidere nella riunione di martedì prossimo. Cercando di non far saltare il compromesso raggiunto e poi disatteso da un pezzo del Pd.