Voto in Islanda, chi vince sono le donne
31 Ottobre 2016
Il premier islandese Sigurdur Johannsson ha annunciato le dimissioni dopo l’esito delle elezioni anticipate, il suo Partito Progressista ha conquistato appena otto seggi su 63 contro i 19 che aveva quando approdo’ al governo con i conservatori.
Alle elezioni anticipate, la vittoria è andata al Partito dell’Indipendenza- che ha ottenuto 21 seggi e il 29% dei voti- il cui il leader Bjarni Benediktsson, e attuale ministro delle Finanze, è il candidato più papabile per ricevere l’incarico di formare il nuovo esecutivo.
Al secondo posto si sono piazzati il Movimento di Sinistra Verde con il 16% seguito dal Partito dei Pirati con il 14%, entrambi con 10 seggi.
I Pirati, forza anti-sistema fondata nel 2012 dalla poetessa e collaboratrice di Wikileaks, Birgitta Jonsdottir, favoriti nei sondaggi, non riescono a raggiungere la ventina di seggi, ma raddoppiano i voti rispetto al 2013. Accordandosi con tre partiti di centrosinistra alleati, la coalizione nel complesso ha raggranellato 27 seggi.
Rigenerazione, il movimento nato a maggio dalla scissione filo-Ue dal Partito dell’Indipenenza, è solo quinta con il 10,4 %, ma diventa ora indispensabile per Benediktsson -candidato premier- per formare il nuovo governo.
C’è un dato sorprendente in queste elezioni: l’Islanda risulta essere il paese più femminile del mondo. Almeno per quanto riguarda il parlamento,il numero di donne parlamentari dovrebbe essere il più alto mai registrato in Europa; 30 seggi su 63 sono stati assegnati da donne. Un record poichè le quote rosa quasi pareggiano la presenza maschile.
In islanda, le donne rappresentano una vera e propria forza politica.