Voto in Sudafrica, la vittoria dell’ANC non toglie tutti i dubbi su Jacob Zuma

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Voto in Sudafrica, la vittoria dell’ANC non toglie tutti i dubbi su Jacob Zuma

23 Aprile 2009

Non ci sono exit poll, ma un primo dato certo delle elezioni svoltesi ieri in Sudafrica per il rinnovo del parlamento e dei consigli provinciali sembra essere un’affluenza alle urne da record che potrebbe sfiorare per la prima volta nella storia del paese, dopo la fine dell’apartheid nel 1994, l’80 per cento degli aventi diritto al voto.

Lo provano le lunghe file all’ingresso dei seggi, molti dei quali hanno chiuso ben oltre l’orario previsto, le 21.00, per consentire alle persone in attesa di esercitare il loro diritto.

Con circa un quarto di schede scrutinate, l’esito delle parlamentari è nettamente a favore dell’ANC, l’African National Congress presieduto da Jacob Zuma, in vantaggio con oltre il 64 per cento delle preferenze, seguito dalla Democratic Alliance, con più del 18 per cento dei voti e quindi forte di un incremento consistente rispetto al 13 per cento ottenuto alle elezioni del 2004, che però potrebbe ridursi con l’arrivo dei risultati delle aree rurali.

Quanto al nuovo partito, il COPE (Congress of the People) fondato cinque mesi or sono dai parlamentari dell’ANC fedeli a Thabo Mbeki, il presidente costretto alle dimissioni nel settembre del 2008 dai sostenitori di Jacob Zuma, al momento si aggiudica poco più dell’8 per cento, assai meno dell’atteso 12-15 per cento. Se queste percentuali saranno sostanzialmente confermate, resterà ben poco agli altri partiti di minoranza incluso l’Inkhata Freedom Party, il partito dell’etnia Zulu, per ora attestato intorno al 3 per cento.

La vera sfida per l’ANC è comunque raggiungere almeno il 66 per cento delle preferenze per conservare l’attuale maggioranza in parlamento il che, in base alla costituzione, le consentirebbe ampia discrezionalità anche in materia di emendamenti costituzionali. Ma innanzi tutto, siccome spetta al parlamento nominare il capo di stato, il controllo dell’assemblea legislativa permette al partito che lo detiene di eleggere senza bisogno di alleanze e coalizioni il presidente della repubblica.
 
Comunque sia, è certo che Jacob Zuma sarà il prossimo presidente del Sudafrica e questo, malgrado le dichiarazioni entusiaste sulla buona performance della giovane democrazia sudafricana, in parte sicuramente giustificate dall’elevata partecipazione popolare e dai pochi episodi di violenza verificatisi durante la campagna elettorale, solleva non pochi interrogativi sul futuro del paese.
 
Infatti se anche, come è probabile stando alle prime relazioni pervenute, gli osservatori nazionali e internazionali giudicheranno regolare il voto, resta il fatto che Zuma andrà al potere grazie a una dura prova di forza interna all’ANC, non molto dissimile da un colpo di stato. Per di più guiderà il paese senza che siano verificate le accuse di corruzione, frode e riciclaggio di denaro sporco per le quali mai verrà sottoposto a giudizio dopo che il 6 aprile la Procura Generale ha disposto la sospensione del procedimento a suo carico.