Voto italiani all’estero, il pasticciaccio brutto della lettera di Renzi

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Voto italiani all’estero, il pasticciaccio brutto della lettera di Renzi

12 Novembre 2016

Alla ministra Boschi non è bastato il tour elettorale pagato dai contribuenti in Sud America per favorire il Sì al referendum. Nelle ultime ore, la ministra, parlando a una manifestazione dei comitati esteri del Sì (trasmessa su Facebook), si è lasciata sfuggire che nei giorni scorsi è partita una letterina firmata dal presidente del consiglio, per esporre le ragioni del Sì ai nostri connazionali che vivono lontani dall’Italia. Qualcuno dei presenti  parla di un’unica spedizione, come se lettera di Renzi e scheda referendaria per gli iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani all’estero) fossero praticamente in un’unica busta, ma la ministra, con qualche imbarazzo, corregge: no, le due cose non viaggeranno insieme bensì con una non meglio identificata ‘contemporaneità cronologica’. 

L’incauta Boschi, ormai alla sua ennesima gaffe, apre il vaso di Pandora. I Comitati per il NO insorgono, denunciando l’ennesimo spot renziano, con il rischio che la letterina contribuisca a falsare l’esito del voto. Dal Pd nella serata di ieri correggono di nuovo il tiro (anzi la Boschi) spiegando che non di letterina del premier si tratta, ma di semplice materiale informativo, spedito a spese del partito. Se Renzi ha firmato, lo ha fatto in qualità di segretario, non di premier: insomma, sarà libero, come capo del Pd, di fare propaganda come tutti, no?

Ma le cose non sono così semplici. Chi ha fatto le spedizioni? Quanto è costata l’operazione, visto che parliamo di 4 milioni di persone che vivono fuori dall’Italia? Se la missiva è stata spedita dall’Italia i costi sarebbero esorbitanti, 4 milioni di euro per vie normali, circa 14 milioni per prioritaria. Chi li ha sborsati? Il Pd, che ha già stanziato ben 2 milioni e 800.000 euro, ha tutte queste risorse da gettare nella campagna, in tutto almeno 7 milioni? A cosa alludeva il ministro Boschi parlando di ‘contemporaneità cronologica’ ? La letterina renziana viaggia per caso attraverso vie istituzionali, comprese ambasciate e consolati?

In definitiva, quali sono i rapporti tra Pd, Governo e comitati del Sì, come si è chiesta anche Chiara Geloni, piddina critica, in due puntuali post sul suo blog? Sempre dal Pd, fanno notare che la legge consente ai partiti questo tipo di propaganda, e che gli indirizzi degli italiani all’estero, durante la campagna elettorale, sono resi disponibili dal ministero degli interni. Ma Giuseppe Gargani, presidente del comitato popolare per il NO, dichiara che le cose non stanno proprio così. E racconta di avere tra le mani un file, un dischetto, con i nominativi degli italiani all’estero, che gli è stato fornito nelle settimane scorse dal ministero dell’interno dopo che il suo comitato ne aveva fatto richiesta per esporre le ragioni del NO agli italiani all’estero.

Peccato però che nel dischetto ci siano solo nominativi, non indirizzi o numeri di telefono dei nostri concittadini che vivono e votano fuori dall’Italia. Il motivo? Per tutelare la loro privacy: questa la spiegazione che è stata fornita a Gargani dal ministero degli interni al momento del rilascio del file. E allora Renzi, nelle sue vesti di semplice segretario del Pd, come li ha avuti? In giornata interviene anche il ministro dell’interno Alfano, che in sostanza dice che non c’è alcun problema se il “presidente del consiglio promuove il voto”, si tratta di una “iniziativa assolutamente normale” e del tutto “istituzionale”. Le cose a questo punto davvero non tornano più. 

Perché Alfano parla di una iniziativa del presidente del consiglio dopo che ieri il Pd aveva detto che si trattava di una operazione messa in campo dal partito? Perché Alfano tira nuovamente in ballo Renzi su questa vicenda? Quali sono le responsabilità del presidente del consiglio e della ministra Boschi? E ancora: se il Pd ha ricevuto i nominativi completi di indirizzi, chi glieli ha dati? E’ evidente che se il Pd ha chiesto e ricevuto gli elenchi completi mentre ai comitati del NO sono stati dati solo i nominativi, saremmo di fronte a un trattamento dispari che si configura non solo come scorretto ma illegale. Adesso bisognerà recuperare, si spera, in  zona cesarini: i comitati del NO avranno o meno questi benedetti indirizzi? 

E se effettivamente, come dice Alfano, si tratta di una comunicazione istituzionale del premier, come la mettiamo con le sentenze che regolano la comunicazione delle pubbliche amministrazioni in campagna elettorale imponendole la massima neutralità? Quella del premier/segretario è comunicazione istituzionale o propaganda elettorale? Sappiamo che i Comitati del NO si stanno muovendo per avere delle risposte a tutte queste incredibili anomalie. A nome del coordinamento dei comitati del NO, il senatore Gaetano Quagliariello ha già chiesto un incontro urgente al presidente Mattarella e al ministro Gentiloni per chiarire la vicenda. I comitati per il No hanno appena dato mandato al prof. avv. Francesco Saverio Marini di presentare un esposto all’autorità giudiziaria in ordine alla vicenda della letterina. Il “renzigate” sul voto degli italiani all’estero è appena agli inizi.