Voucher, il governo pensa all’eliminazione totale per annullare il referendum del 28 maggio

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Voucher, il governo pensa all’eliminazione totale per annullare il referendum del 28 maggio

15 Marzo 2017

Sulla questione “voucher e referendum”, nelle ultime ore sta prendendo piede l’idea della maggioranza Pd l’ipotesi di cancellare del tutto i voucher e di superare anche le norme sugli appalti. Obiettivo: annullare l’appuntamento del 28 maggio. Probabilmente è troppo forte la paura di rivivere un nuovo 4 dicembre con possibili conseguenze politiche negative sul governo e sul Pd in caso di sconfitta.  

Ecco perché, come riporta l’Ansa, all’interno del Partito Democratico si cerca di puntare a soddisfare quanto richiesto dal quesito referendario per poterlo superare, magari circoscrivendo l’utilizzo dei voucher alle sole famiglie. La decisione sarà presa in una riunione del Pd con l’obiettivo di approvare il testo domani in commissione e trasformarlo in un decreto da approvare già venerdì in consiglio dei ministri.

Tuttavia, circoscrivere l’uso dei voucher alle sole famiglie ”di fatto vuol dire cancellare questo istituto”; ”tanto varrebbe cancellarli del tutto”, afferma il presidente dell’Inps Tito Boeri a margine del convegno in ricordo di Marco Biagi, sottolineando che il dibattito deve concentrarsi sui numeri, visto ”che oggi solo il 3% dei voucher viene utilizzato direttamente dalle famiglie”.  “Se questa è la scelta – continua Boeri – vuol dire che i voucher non esistono più di fatto e ci sarebbe un arretramento anche rispetto a quando sono stati introdotti con la legge Biagi”.

Di tutt’altro avviso, invece, è la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso: “Sui voucher siamo disponibili a ragionare della loro permanenza se questa riguarda solo le famiglie, se non sostituisce lavoro e non riguarda le imprese e la Pa. Quando ci sarà un’ipotesi vedremo se questa corrisponde al quesito referendario”. Così ha risposto la Camusso, anche rispetto alla possibilità che il governo ricorra ad un decreto legge. In ogni caso, ha aggiunto, “il referendum è superabile a fronte di una legge già approvata. Il giudizio si dà alla fine”.