Wall strett: effetto Trump, vola il S&P 500. Ora vale più del Pil Usa

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Wall strett: effetto Trump, vola il S&P 500. Ora vale più del Pil Usa

14 Febbraio 2017

Non si arresta la marcia trionfale di Wall strett. Dal giorno delle elezioni americane e dall’Inaguration day, il cosiddetto “effetto Trump” ha permesso ai principali indici della borsa americana di aggiornare costantemente i propri record storici. Nella giornata di ieri il S&P 500, uno dei principali indici della borsa americana, ha superato per la prima volta nella sua storia i 20.000 miliardi di dollari, un valore superiore al Pil americano, 11 volte quello italiano e quasi il doppio della Cina. Per il S&P 500 si tratta della quinta giornata record dall’Inauguration day e della 14ma dalle elezioni americane.

Ma il S&P 500 è in buona compagnia. Il Dow Jones e il Nasdaq, gli altri principali indici di Wall strett, hanno chiuso rispettivamente con un +0,70% e +0,52%. In particolare, il Dow Jons, dopo aver sfondato per la prima volta nella sua storia la soglia dei 20.000 punti alla fine di gennaio, viaggia costantemente a quota 20,411, segnando la 22ma giornata record dalle elezioni americane e la quinta dal giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca.

I nuovi record sono il frutto delle promesse fatte la scorsa settimana dal Presidente Usa che ha anticipato un importante annuncio in tema di tasse, ridando slancio ad un rally che aveva visto un momento di stallo per i timori sulle politiche protezionistiche del nuovo presidente Usa. Gli investitori continuano, dunque, a scommettere sul balzo dell’inflazione e della crescita grazie alle politiche della nuova amministrazione, innescando una corsa ai titoli azionari a scapito dei bond.

Le azioni infatti sono quelle che maggiormente beneficiano di tassi di crescita più alti. E gli annunci di Trump sembrano indicare che le misure allo studio vanno proprio in questo senso: il promesso taglio delle tasse favorirà le aziende e i consumatori, lasciando loro più soldi da spendere in portafoglio e quindi lasciando intravedere una nuova spinta ai consumi.

Dunque, l’ “attesissimo” e “tragico” crollo della Borsa profetizzato da chi vedeva la vittoria del Don come una vera e propria sciagura non si è ancora realizzato, né tantomeno si profila all’orizzonte.