Walter e Cipputi

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Walter e Cipputi

06 Ottobre 2007

Se Veltroni fosse una donna  avrebbe le forme di un budino e neppure lui si toccherebbe le tette perché sarebbero diluite tra la pancia e lo stomaco. Queste battute può farle solo il Cav. che se ne fotte degli intellettuali piagnoni, lancia la moda della bandana, canta con Apicella, si diverte a scandalizzare  con la gnocca gli intellos fantozziani barricati nell’utero dell’ università a discettare sulla monade.
Veltroni è l’amico bruttino da cui una donna si fa accompagnare a fare shopping quando non ha di meglio, un po’ come gli amici gay delle single di Sex & the City, patetici e imbranati alla ricerca del vero macho. Walter è leader per caso di un partito virtuale inventato da Mieli sul Foglio e per ora il vero macho del Pidì con tanto di sigaro in bocca sembra Mieli con le figurine Panini del finto inglese Salvati e della Rodotà che gioca a fare la squinzia nel forum del Corriere. La vita è dura e sul Corriere la Rodotà deve perfino inventarsi che Uolter corteggia Veronica via Latella per risvegliare le donne Pidì. Queste soap sa confezionarle solo il Cav. e  Sarkozy con la sventola Cecilia travestita da Jackie Kennedy. In mezzo alle Pollastrini e a piccoli Uolter con le tette, l’unica donna con le palle è la Bindi: toscana grintosa senza  leziosità,  va al sodo, parla di cose serie e non si sa neppure cosa ci stia a fare nel Pidì. Tutto il resto è fuffa per il circo mediatico e al Cipputi che guadagna 800 euro del film di Walter importa poco. Cipputi ha problemi seri, non finisce la quarta settimana,  e comincia a chiedersi se si è fatto il mazzo e tutte quelle marce a Roma per fare diventare lord i leader sindacali. Se Cipputi si sveglia e comincia a capire che è stato condannato tutta la vita a fare il Cipputi  come gli ha spiegato il forzista Maurizio Sacconi a Ottoemezzo –  per far diventare siuri Cofferati ed Epifani e decide di fare la rivoluzione liberale, forse Walter deve cominciare a girare La mia Africa, però senza  Meryl Streep, al massimo con la Pollastrini.  Il vero colpo finale alla prima repubblica in cui continuiamo a vivere potrebbe darlo non Grillo, come immagina Mieli, ma il Cipputi che comincia a calcolare la differenza tra il suo stipendio netto e quello lordo, si chiede se vale la pena pagare tanti contributi per dare in appalto lo stato sociale alla solita cricca e se un sistema di lavoro meno rigido non darebbe più chance a lui e a suo figlio ventenne. C’è un nuovo patto sociale da ridisegnare, ma non è generazionale come dice Walter, è liberalizzare la rigidità del lavoro, per la quale tutti i Cipputi devono guadagnare lo stesso salario ( anche gli sfaticati) e il Cipputi non può provare a trovare un’altra via e guadagnare  di più, perché è imprigionato nella regnatela delle caste della sinistra, compresa quella sindacale.  Possibile non ci si sia accorti che Cipputi  comincia a domandarsi se il sindacato e il glorioso partito l’ abbia utilizzato solo  per avere a disposizione i soliti scemi da portare in piazza per stipendi che lui non avrà neppure lavorando fino a 60 anni?

(Daniela Coli)