We Are Family: ripartiamo dai nostri valori
22 Gennaio 2014
I lavori della commissione hanno preso il via con la relazione dell’Assessore Mario Melazzini, il quale ha innanzitutto sottolineato la non negoziabilità di quanto contemplato nella Carta dei Valori dei Circoli NCD, significativamente uno dei primi documenti approvato dal Comitato Promotore. In questo quadro, è stato lo stesso Melazzini a sottolineare la centralità dellafamiglia, cellula fondamentale della nostra società, la cui messa in crisi non potrebbe che portare rapidamente ad uno sgretolamento della società stessa.
A tale relazione introduttiva ha fatto seguito il dibattito cui hanno partecipato, su un piano di perfetta parità, i ragazzi, gli Onorevoli Eugenia Roccella e Paolo Alli, nonché alcuni rappresentanti del gruppo consiliare NCD di Milano, Marcovalerio Bove e Matteo Forte, e a buona parte dei quali ha assistito il Ministro Gaetano Quagliariello. I risultati cui siamo approdati sono elencati di seguito.
La famiglia tradizionale, composta da un uomo e una donna, da un “padre” e da una “madre” è l’unica famiglia che abbiamo intenzione di riconoscere.
Utilizzare demagogicamente il valore della “famiglia” per captare il consenso elettorale, come da sempre fa certa politica di sinistra, è una moda pericolosa che il nuovo centrodestra non vuole seguire. Diciamo basta alle strumentalizzazioni e al tentativo subdolo di distruggere il valore portante della nostra società.
Il pilastro della nostra società non può esser messo in dubbio dalla ricerca frenetica ed incondizionata di una modernizzazione che parta dalla rinnegazione di valori che, non solo ci rappresentano e sono la nostra storia, ma senza i quali metteremmo a serio rischio l’esistenza stessa della società. Da ciò scaturisce una ferma opposizione a qualsivoglia tentativo di introdurre matrimonio e adozioni per coppie omosessuali.
La tutela della famiglia deve esplicarsi in azioni concrete, finalizzate a sostenere, attraverso servizi ed azioni mirate e, soprattutto, attraverso una fiscalità agevolata, l’azione sociale che indubbiamente e, spesso, inconsapevolmente la famiglia svolge. A tal uopo, diverse sono le iniziative che da subito possono essere messe in campo, in primis, l’introduzione del quoziente familiare attraverso la modifica dell’art. 53 della Costituzione.
La speranza di riconoscere finalmente centralità alla famiglia deve essere garantita dalla serietà della proposta politica.
La famiglia è depositaria di valori indiscussi e come ad una famiglia dobbiamo guardare la nostra grande squadra: mettiamo nella squadra i valori che governano la famiglia. La nostra squadra volga il proprio sguardo attento al mondo della "fragilità": se vogliamo davvero essere liberi, dobbiamo vincere le diseguaglianze.
Bisogna prendere piena consapevolezza che la gratuità del "darsi" l’uno all’altro, nella famiglia, non può essere una pretesa dello Stato, al contrario lo Stato deve accollarsi il costo di una naturale esternalità positiva di cui lo Stato stesso giova, favorendo il sostengno alle famiglie con anziani, bambini, giovani che studiano, che non hanno un lavoro o sulle quali gravano le più diverse "fragilità".
La famiglia che ci insegna l’importanza del merito, la forza della legalità, l’amore per la nostra Patria e per la nostra libertà deve essere al centro dell’attenzione della politica e, innanzitutto, devono esserlo le famiglie italiane. Con ciò non si vuole certo porre in secondo piano il valore dell’integrazione, ma è doveroso ripartire dall’Italia e dagli italiani.
(Relazione della Quinta Commissione, "We Are Family: ripartiamo dai nostri valori", realizzata nel corso del Convegno "Osiamo. Il coraggio di essere giovani" che si è svolto a Pesaro il 18 e il 19 Gennaio 2014. La relazione è frutto dei contributi degli autori)