Welfare, Rifondazione arretra: “Sì alla fiducia” ma Giordano minaccia Prodi

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Welfare, Rifondazione arretra: “Sì alla fiducia” ma Giordano minaccia Prodi

27 Novembre 2007

Rifondazione comunista ingoia il rospo e annuncia che voterà sì
alla fiducia chiesta dal governo sul ddl di riforma del welfare.

“Abbiamo deciso di restare legati ad un vincolo con il nostro
elettorato, altrimenti a gennaio entrerà in vigore lo scalone
Maroni”, riferisce la deputata Elettra Deiana al termine della
riunione del gruppo alla Camera.

Il segretario Giordano ha poi spiegato: “Votiamo la fiducia per un vincolo
sociale non perchè c’è una relazione politica. A gennaio deve
aprirsi un’altra fase e quindi chiediamo come forze della
sinistra che ci sia una verifica politico-parlamentare”.

La votazione non è stata unanime, c’è stato qualche
dissenso come quello di Paolo Cacciari, anche se in Aula verrà
rispettata la decisione presa dalla maggioranza del Prc.

Il Prc aveva convocato “d’urgenza” la segreteria per valutare la situazione che in modo
unanime non esitava a definire “grave”.

La questione di fiducia sul pacchetto
welfare, annunciata in aula alla Camera dal ministro Vannino
Chiti, sarà la 23 esima in questa legislatura per il governo Prodi.
Nelle occasioni precedenti, 18 sono state le richieste di
fiducia su singoli provvedimenti (10 alla Camera e 8 al Senato),
mentre quattro sono state le votazioni politiche: le due al
momento dell’insediamento e le altre due dopo la crisi di
febbraio e il conseguente rinvio alle Camere da parte del
presidente della Repubblica.