Who is John Galt?

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Who is John Galt?

21 Febbraio 2013

di Ronin

I comizi e le piazze stracolme di Beppe Grillo somigliano in modo sempre più inquietante al finale anarcoide di "V for Vendetta", con la massa bruna di popolo che marcia unita indossando la maschera di Guy Fawkes, mentre il regime politico cade in pezzi insieme al parlamento di Londra.

Viene da chiedersi da dove nasca Grillo e la risposta sta forse in quella stampa che negli ultimi anni  ha sferzato quotidianamente la "casta", dando l’illusione che spazzando via (un’altra volta) la classe politica anche i problemi sarebbero stati risolti, quando invece gli scandali e le ruberie sempre ci sono state, probabilmente continueranno ad esserci, ma non per questo altre democrazie barcollano.

Mesi fa Scalfari scriveva che se vincesse Grillo gli italiani responsabili farebbero bene a lasciare l’Italia, peccato che il brodo di coltura dei 5 Stelle sia stato nel muckraking sprezzante di Rep. e del Corsera, oltre naturalmente agli indignados del Fatto Quotidiano. Ora la bomba Grillo è innescata, sta per scoppiare, le catilinarie hanno fatto effetto, e chi l’aveva confezionate aspetta. Spera.

In cosa? Gli italiani non sono come gli inglesi, che dell’euro se ne sono sempre infischiati. Per uscire dall’eurozona, che continua ad essere considerato un tabù ma è un desiderio represso che serpeggia sempre di più tra le nostre elite economiche e culturali, serve uno psicodramma nazionale, una grande sceneggiata. Chi meglio del Comico per antonomasia può interpretarla?

Certo, se Grillo vincerà, tutti gli attori sopraelencati si stracceranno le vesti. Diranno che la democrazia è in pericolo e difenderanno la costruzione monetarista dell’Europa. Ma in privato forse tireranno un sospiro di sollievo, considerandolo un passo avanti nel superamento della moneta unica.

In fondo la Francia ha già svalutato, aumentando l’Iva sulle importazioni per favorire le esportazioni e i prodotti francesi. Proprio quello che promette di fare Grillo quando guarda al protezionismo americano nei confronti della Cina e accusa la Germania di aver svenduto ai cinesi l’Italia.

E’ un’idea perversa quella che stiamo raccontando ma in fondo la politica nelle democrazie avanzate la fanno in gran parte i media e non si comprenderebbe altrimenti la spasmodica e inconscia attesa del piazzapulita grillino, né le stilettate riservate sempre più di frequenti a Monti dopo averlo tanto osannato.

Il problema è il programma, di Grillo, e con quello dovremo tutti fare i conti. "Meno energia, meno lavoro, meno materiali". "Crescere al cento, non al duecento per cento", ha detto alla CNBC.

L’Italia di Grillo somiglia sempre di più al mondo tenuto sulle spalle da Atlante, un mondo che si lamenta, che protesta, che vuole andare avanti con l’eolico e il reddito di cittadinanza, sulle spalle di chi fa impresa e del lavoro, di chi investe e produce combattendo ogni giorno contro la burocrazia, lo statalismo, la follia della "decrescita". Se vincesse Grillo, forse verrà il momento in cui al suo anarchismo anticapitalista si opporrà quello altrettanto ribelle delle libertà.

Di fronte al conformismo di Fawkes, le menti più in gamba di questa nuova generazione liberale sapranno ritrovarsi in un luogo dove ripensare lo sviluppo, il capitale, la sua forza di enorme propulsore economico e sociale. Sempre contenuta e negletta per timore di cosa potrebbe combinare. Chi è John Galt? Dopo le elezioni in Italia questa domanda è destinata a risuonare a lungo.