Wiesel ci spiega perché Mastella ha perso una buona occasione

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Wiesel ci spiega perché Mastella ha perso una buona occasione

12 Febbraio 2007

A volte succede che i fatti si incarichino di confermare le
opinioni. Qui a Magna Carta si era seguito con un certo interesse il
tentativo del ministro Mastella di prevedere la punibilità penale per
chi nega la realtà dell’Olocausto. Avevamo anche sommessamente
polemizzato con il fior fiore degli storici italiani, timorosi, insieme
ad altri, che una simile iniziativa legislativa ledesse il diritto
d’opinione. C’era parso infatti che, nel mettere in dubbio l’esistenza
dello sterminio programmato degli ebrei da parte del nazismo, non
fossero tanto in gioco le opinioni quanto manovre un po’ più
pericolose. Le cose sono poi finite come spesso finiscono nell’Italia
prodiana: grandi annunci partoriscono miseri risultati.

Oggi però i giornali riportano la notizia del tentato rapimento del
premio Nobel Elie Wiesel da parte di un fanatico negazionista
americano. E’ interessante quello che Wiesel stesso dice dell’accaduto:
“Fino a oggi hanno usato le parole contro me, ora sono passati alla
violenza. Di questo dovranno tener conto anche i legislatori degli
Stati Uniti, dove, qualsiasi idea, anche la più aberrante è protetta
dal primo emendamento alla costituzione. Il mio incidente illustra un
trend mondiale: se non si agisce contro questi individui, la società
finirà per incoraggiarli a fare le stesse cose. I negazionisti sono
animati dall’odio verso tutti coloro che parlano a nome della memoria e
il loro numero sta crescendo a vista d’occhio”.

Non c’è dunque solo Ahmadinejad e le sue folli minacce atomiche a
giustificare un provvedimento repressivo contro il negazionismo: Wiesel
denuncia come l’accondiscendenza e l’impunità stiano alimentando un
fenomeno che si mostra sempre più arrogante e violento anche in
occidente.

“Purtoppo la Terra sta diventando un posto molto pericoloso –
conclude amaramente Wiesel – e anche in America non si può più stare al
sicuro”.

Se Mastella avesse avuto un po’ più di coraggio oggi l’Italia
sarebbe un posto dove si dava più filo da torcere ai negatori
dell’olocausto e a più protezione ai difensori della sua memoria.