"Mi dispiace di aver danneggiato l'America," dice il caporale Bradley Manning, "Mi dispiace di aver danneggiato delle persone con le mie azioni". La gola profonda del "cablogate", l'analista della guerra in Iraq protagonista di una delle più grandi fughe di notizie della storia americana, complice Wikileaks, ora fa un passo indietro. Rischia seriamente 90 anni di carcere. E adesso i suoi avvocati puntano tutto sul deterioramento delle sue condizioni mentali quando era sotto la naja, una situazione che avrebbe dovuto spingere i suoi superiori a non mandarlo in zone di guerra dove poteva maneggiare informazioni classificate. Spunta anche uno foto del caporale, travestito da donna, con parrucca bionda e rossetto. Secondo la difesa, Manning avrebbe inviato per email la foto a un capitano dell'esercito, psichiatra militare, con allegata una lettera intitolata "i miei problemi". Durante la sua testimonianza, il capitano ha confermato che Manning era un soldato con superproblemi.
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