Zapa Beccaris e i miti della sinistra
19 Ottobre 2005
di redazione
Governare è un’arte difficile: nel migliore dei casi si possono limitare gli errori, mai eliminarli del tutto. Dunque, è poco prudente proiettare su chi governa o si accinge a farlo aspettative salvifiche o miracolistiche. Intonare marce trionfali per chi si avvia nel difficile cammino di guidare un paese è quasi sempre di cattivo augurio.
Per questo la sinistra italiana dovrebbe fare più attenzione quando proietta in una dimensione mitica i suoi “eroi” e affida ad essi la missione del bene. Perché, alla prova dei fatti, tutti i miti crollano ed è poi difficile non farsi travolgere dalle macerie.
I casi da portare ad esempio sono molti, si va dai più recenti come quelli del brasiliano Lula o dello spagnolo Zapatero, per andare indietro ai tempi quando a certa sinistra persino Khomeini parve uno splendido eroe rivoluzionario.
Prendiamo la vicenda zapateriana perché essa appare particolarmente significativa. La sinistra ne ha fatto un’incona del politicamente corretto: non passa giorno in cui le prodezze del giovane premier spagnolo non vengano portate a luminoso esempio di come si governa un paese. Su di lui si proiettano sogni di rivalsa e si producono documentari di festosa ribellione. “W Zapatero” non è solo un film di successo ma lo slogan di una generazione.
Poi un giorno Josè Luis Rodriguez Zapatero, detto Bambi, decide di mandare l’esercito a fermare i disperati che dal Marocco premono alla porte della Spagna a Ceuta e Melilla, e ci scappano morti e feriti. Forse è stato un errore, un tragico incidente, forse non c’era scelta, però è successo. Ed è successo proprio a Zapatero. Un po’ come accadde a Luigi Pelloux, anche lui uomo della sinistra, che per fronteggiare la crisi di fine secolo non seppe far di meglio che ricorrere alla repressione. E dire che era stato chiamato a guidare il governo dopo che il generale Bava Beccaris, per fronteggiare i moti di piazza, aveva sparato sulla folla!
Non vogliamo qui neppure per un momento pensare a cosa sarebbe accaduto al governo Berlusconi se l’esercito, magari inviato a Pantelleria, avesse sparato sugli immigrati ammazzandone qualcuno.
Osserviamo solo di passaggio che in Italia la legge Bossi-Fini ha portato al più alto numero di regolarizzazioni rispetto ad ogni altro paese europeo. Ma nessuno lo ricorda. Esattamente come nessuno si permette nemmeno di citare l’incidente accorso a Zapatero. Su di lui la sinistra italiana ha fatto cadere un imbarazzato silenzio. E’ sempre un momento triste quando i miti si infrangono. Meglio sarebbe imparare a farne a meno.