Zapatero rafforza la linea laicista e rilancia contro la chiesa cattolica
08 Luglio 2008
La scorsa settimana si è svolto il 37º Congresso del Partito socialista spagnolo. Il segretario generale e attuale premier, José Luís Rodriguez Zapatero, è stato rieletto con il 98,53% dei voti. I riflettori sono stati puntati sull’assise per tutta la sua durata e, come al solito, le critiche non sono mancate né a sinistra né a destra dello schieramento politico.
Da un lato, Izquierda Unida accusa il PSOE di essere stato troppo timido nella prima legislatura e di aver rifiutato il dibattito tanto sull’aborto come sull’eutanasia, più volte proposto dai suoi rappresentanti nelle Cortes, e non si spiega come mai il partito abbia deciso di discutere tali temi solo adesso; dall’altro, il PP lo accusa di affrontarli solo per cercare di distrarre l’opinione pubblica, a causa della mancanza di proposte valide per risolvere la crisi economica in atto.
Al di là dei commenti funzionali alla propaganda dei diversi partiti ciò che appare agli analisti politici è che il dibattito di questi giorni in casa socialista abbia segnato un cammino in netta controtendenza con l’operato e i toni più pacati espressi dal governo nella seconda parte della prima legislatura e dalle ultime elezioni fino ad oggi.
Le principali novità riguardano l’eutanasia e l’aborto. Sebbene nessuno dei due punti fosse compreso nel programma elettorale del PSOE, i socialisti hanno affrontato tali temi adducendo una loro presunta centralità nel dibattito sociale. Per quanto riguarda il primo punto è emerso che prima di affrontare il dibattito sull’eutanasia vera e propria è necessario uniformare in tutte le comunità autonome l’applicazione della legge già approvata nel 2002, sul rifiuto del trattamento sanitario e sulla possibilità di aumentare la sedazione nel caso di malati terminali, una volta verificato che l’uso dei farmaci non migliora le aspettative di vita del paziente.
Si è discusso della necessità di fornire cure palliative di alta qualità e di garantire che i medici non agiscano sulla base di convinzioni o credenze religiose ma “rispettino il diritto dei cittadini a vivere e morire degnamente mediante una scrupolosa osservanza dei protocolli dettati dalla prassi medica”. Solo successivamente bisognerebbe discutere sull’opportunità di un intervento attivo da parte dei medici, ovvero della somministrazione di farmaci in grado di interrompere il ciclo vitale del malato terminale.
Per quanto riguarda la legge sull’aborto é stata la vice premier Fernandez de
A latere di questi due temi si è parlato della necessità di rafforzare la laicità dello Stato, attraverso una progressiva eliminazione della liturgia e dei simboli religiosi dagli spazi pubblici nel corso di atti ufficiali dello Stato, di ridurre i privilegi della Chiesa Cattolica sanciti dai Patti siglati dallo Stato con
I temi non sono nuovi, fanno parte da tempo del bagaglio dell’ala radicale del partito, ma l’approvazione dell’intero Congresso, il sostegno unanime tributato al Segretario generale, insieme alle sue ultime dichiarazioni di fare recepire “in tempi brevi” tali misure dal parlamento spagnolo, anticipano una virata inattesa del Psoe, di cui probabilmente, già prima della pausa estiva avremo traccia a livello parlamentare.