Zapatero s’è sbagliato: dopo 15 anni la Spagna va verso la recessione

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Zapatero s’è sbagliato: dopo 15 anni la Spagna va verso la recessione

Zapatero s’è sbagliato: dopo 15 anni la Spagna va verso la recessione

09 Ottobre 2008

Il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che il PIL  spagnolo soffrirà una contrazione dello 0,2% nel 2009, che determina la prima recessione del Paese dal 1993. Inoltre, secondo le stime, il PIL concluderà il 2008 con una crescita dell’1,4%, due decimi al di sotto della previsione ufficiale del Governo. 

Neanche lo studio ‘Prospettive Economiche Mondiali’ coincide con le stime del Governo per il prossimo anno. Al contrario, secondo i "Presupuestos Generales del Estado" del 2009, la crescita del PIL sarebbe stata dell’1%.

Sebbene prima dell’inasprimento della crisi finanziaria internazionale di tre mesi fa, il FMI avesse calcolato che il PIL spagnolo avrebbe registrato un aumento dell’1,2% nel prossimo esercizio finanziario, ora l’organismo ha previsto una forte accentuazione della disoccupazione che quest’anno raggiungerà l’11,2%  ed il 14,7% nel 2009. L’inflazione in Spagna sarà del 4,5% negli ultimi mesi del 2008 ma diminuirà il prossimo anno e si fermerà al 2,6%.

Spagna, Italia – che cadrà anch’essa dello 0,2% -, Irlanda (-0,6%) e Regno Unito (-0,2%) saranno così gli unici paesi della euro zona che il prossimo anno soffriranno una recessione. Secondo il rapporto, la crisi immobiliare in questi ultimi paesi ha toccato pesantemente il debito delle famiglie e delle imprese del settore, specialmente in ragione del fatto che in tutti questi paesi le ipoteche sono stabilite a tipi variabili.

Malgrado ciò, il Fondo stima che questi paesi sono meno vulnerabili sotto il profilo di una crisi ipotecaria come negli Stati Uniti giacché i risparmi delle famiglie sono maggiori, l’indebitamento è minore e le banche hanno concesso crediti con criteri più "conservatori".

Lo stress finanziario e la pressione causata dall’aumento dei prezzi del petrolio durante quest’anno avrà le sue conseguenze nella crescita economica della zona euro. Si prevede un rallentamento dello 0,2%, che suppone una forte correzione del 1,2% previsto lo scorso mese di luglio.

L’organismo internazionale ha anche ribassato drasticamente il pronostico per l’economia globale, che quest’anno crescerà un 3,9%  e solo un 3% nel 2009.

© El Mundo (traduzione Fabrizia B. Maggi)