Zavoli chiude la partita in Vigilanza ma i supplementari si giocano col CdA

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Zavoli chiude la partita in Vigilanza ma i supplementari si giocano col CdA

19 Novembre 2008

Sergio Zavoli. Sembra chiudersi su questo nome la dura e complessa partita della Commissione parlamentare di Vigilanza che in oltre cinque mesi ha visto alternarsi senza sosta colpi di scena, accordi e strappi. Sarà quindi l’ottuagenario, ex presidente Rai dal 1980 al 1986 e senatore dal 2001, a chiudere finalmente il cerchio a San Macuto dando poi il via ad un altro risiko di nomine, quello di viale Mazzini.

Ma per ora l’attenzione resta tutta focalizzata sul parlamentino di via del Seminario dove per la verità ancora qualche piccolo dubbio rimane visto quanto accaduto in questi mesi. Infatti se da un lato sia il Pd che il Pdl si sono detti disponibili ad un’intesa sul nome di Zavoli dall’altro rimane però ancora il problema di Riccardo Villari, il presidente della Vigilanza eletto la scorsa settimana che non si è dimesso e che per giunta ha riunito la Commissione per domani. Passa quindi per le dimissioni del senatore democratico la via per risolvere il rebus della Vigilanza ed incoronare Zavoli.

In realtà sono ben pochi quelli che scommettono su un irrigidimento di Villari il quale dopo il passo indietro attenderà un’importante ricompensa. Ed appunto già si parla di una candidatura a sindaco di Napoli anche se le insegne sotto le quali dovrebbe correre non sono ancora chiare, visto che in questi ultimi giorni sono tanti gli attestati di simpatia giunti  dal Pdl.

Tornando alla Vigilanza l’ultimo miglio sembra quindi arrivato ed è giunto ieri pomeriggio al termine di una giornata lunghissima, che ha riservato non poche polemiche. A partire da Antonio Di Pietro che in mattinata aveva annunciato l’uscita di Idv dalla Commissione. Un doppio passo indietro, viste le dimissioni di Orlando e Pardi, condito però con accuse roventi nei confronti del premier Berlusconi tacciato di essere un “grande corruttore politico” visto che avrebbe cercato di corrompere lo stesso Di Pietro, Orlando ed infine Villari. Accuse alle quali lo stesso Berlusconi ha voluto replicare in serata telefonicamente durante la trasmissione di Rai Tre “Ballarò”: “L’onorevole Di Pietro ha parlato di un certo modo di me accusandomi di aver tentato di corrompere l’onorevole Villari, tentato di corrompere l’onorevole Orlando e tentato di corrompere a suo tempo anche lui. Riccardo Villari non lo conosco, non l’ho mai incontrato nè prima nè dopo la sua elezione alla presidenza della commissione di vigilanza. Non ho mai chiesto un appuntamento all’onorevole Orlando. Mi è stato proposto di incontrarlo da un collega di Forza Italia, ma io ho rifiutato”. Una polemica che con tutta probabilità continuerà nella aule di tribunale.

Nel frattempo però mentre Di Pietro faceva un passo indietro nel Pd Veltroni giocava le sue ultime carte, prima salendo al Colle per ragguagliare il Capo dello Stato sugli sviluppi della vicenda e poi chiudendo l’accordo con Gianni Letta. E proprio il “canale diplomatico” con il sottosegretario è stato decisivo per riaprire la partita e trovare la quadra a San Macuto. Quello stesso “canale” che in estate aveva portato ad una prima intesa tra Pd e Pdl su Vigilanza e CdA prima che il partito mettesse in minoranza Veltroni costringendolo a fare marcia indietro. Stavolta dal Pd però nessun problema anche se qualche malumore serpeggia, non tanto sul nome di Zavoli ma piuttosto sulla sua età. La valutazione fatta è che per un partito che aveva annunciato di aprire le porte ai trentenni e di rappresentare una prospettiva di rinnovamento per la politica italiana, l’aver piazzato al vertice della Vigilanza un uomo di 85 anni suona come una decisa contraddizione.

Non c’era nessuno che potesse risolvere l’impasse Vigilanza? Si doveva per forza pescare nella riserva della Prima Repubblica? Ma Veltroni  non sembra disposto a raccogliere queste critiche rivolto piuttosto a considerare il risultato raggiunto e cioè di essere uscito dall’angolo trovando una soluzione ed allo stesso tempo ridimensionando il suo alleato Di Pietro. Al punto che lo stesso Goffredo Bettini al Corriere della Sera spiega: “Il Pd non ha affatto smarrito la strada anzi le dico che aumentano gli attacchi e si balla – e tanto- perché questo progetto si sta radicando e può cominciare a crescere davvero”. Sulla sponda Pdl la soddisfazione è evidente visto che si è riusciti a sbarrare la strada ad Orlando, isolando Di Pietro e riaprendo il dialogo con lo stesso Veltroni. E proprio Berlusconi su Zavoli ieri sera spiegava: “Non ho nessuna difficoltà a dire che noi abbiamo grande stima di Sergio Zavoli, ha una sua storia professionale, è stato anche presidente della Rai e quindi è adattissimo al ruolo di presidente della Vigilanza”. In pratica il via libera e la chiusura delle trattative. Come detto adesso non resta che il passo indietro di Villari, che dovrebbe giungere domani mettendo da parte anche la questione delle sanzioni disciplinare nei suoi confronti. Risolto il nodo Vigilanza poi si aprirà quello del CdA Rai dove già iniziano a circolare le prime voci e dove naturalmente Di Pietro vorrà risarcimenti. La conferma per Veltroni che il tempo per gioire è già finito e che i problemi sono dietro l’angolo. Quello di viale Mazzini.