12mila sbarchi: il Pd perde le elezioni e cambia idea sull’immigrazione
29 Giugno 2017
Sono circa 12 mila i migranti arrivati in Italia nelle ultime 48 ore a bordo di 22 navi, molte riconducibili a Ong. Di fronte a un’ondata migratoria diventata da tempo un fenomeno non più emergenziale, ma stabile e incontenibile, il Governo si è finalmente convinto a un passo che non aveva mai voluto fare: chiedere al Rappresentante presso la Ue, l’ambasciatore Maurizio Massari, di porre formalmente il tema degli sbarchi in Italia all’attenzione del commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos e di verificare la possibilità di chiudere i porti italiani alle imbarcazioni delle Ong.
A sottolineare l’urgenza di un intervento è il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che parla di situazione “non più sostenibile” chiedendo all’Europa “di smetterla di girare la faccia dall’altra parte”. Affronta il discorso anche il capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita in Canada, durante l’incontro con il premier Justin Trudeau, dicendo che “la situazione è difficile, se si va avanti con questi ritmi, se gli sbarchi non si fermano, il fenomeno diventa ingestibile”.
Qualcuno giustifica la mossa del governo con il rischio che, dato il bel tempo e il mare calmo, nelle prossime settimane altre decine di migliaia di migranti arrivino sulle coste italiane. Ma sole e mare tranquillo erano ampiamente prevedibili e previsti: siamo in estate. E l’aumento degli sbarchi, diventati un vero e proprio esodo organizzato, non è fenomeno di oggi. Lo evidenzia Carlo Giovanardi, senatore di Idea: “Già dal 2 maggio scorso avevamo sottolineato l’assurdità di una situazione che ha visto negli ultimi mesi Ong milionarie con sede a Malta, o battenti per esempio bandiera tedesca, salvare migranti in mare per poi sbarcarli nei porti italiani”.
“Troppo facile – dicevamo – presentarsi come eroi e magari curare i propri affari, e poi scaricare tutti i costi e i problemi della accoglienza su una situazione in Italia già sull’orlo del collasso. La nostra proposta, anche se con grande ritardo e in una situazione ormai fuori controllo, pare sia presa in seria considerazione dal Governo: se i porti più vicini rifiutano lo sbarco, lo stesso faccia l’Italia affinché i migranti vengano trasportati in un porto del paese di appartenenza della Ong. Se il Governo si muoverà in questa direzione non faremo mancare sicuramente il nostro appoggio a questa decisione”.
Forse la verità è che l’improvvisa resipiscenza del governo, che arriva all’indomani dell’emorragia di voti nel centro sinistra alle elezioni amministrative, e a pochi giorni dall’acceso dibattito parlamentare sullo Ius soli, è legata proprio al crollo elettorale del Pd. La perdita di città insospettabili, come Pistoia o Sesto San Giovanni, brucia, e non c’è bisogno di sondaggisti o di maghi delle analisi elettorali per capire che l’insistenza sullo ius soli e sulla cittadinanza “automatica”, gli arrivi massicci di migranti, oppure, come a Sesto, la costruzione della Grande Moschea, hanno prodotto, tra gli elettori di sinistra, disaffezione e una fuga precipitosa.
La tempistica di questo improvviso voltafaccia governativo induce quindi alla cautela: l’idea di bloccare le navi delle Ong nei porti italiani si tradurrà realmente in provvedimenti concreti o rappresenta l’ennesimo fuoco di paglia? Il Governo è davvero disposto a fare il pugno duro con Bruxelles o si tratta di un annuncio strumentale destinato a finire, come tanti, nel dimenticatoio? E che avverrà in parlamento al provvedimento sulla cittadinanza? Di sicuro, per adesso, c’è solo una prudente risposta della Ue alle richieste italiane.
Il commissario Dimitris Avramopoulos conferma che il tema verrà portato al tavolo informale dei ministri degli interni Ue a Tallin, la prossima settimana, ma sposta la questione sul versante finanziario, dichiarando che la Ue “è pronta a dare maggior supporto finanziario” allo sforzo di accoglienza dell’Italia. Natasha Bertaud, portavoce della Commissione, spiega che “al di là delle operazioni Ue, che non sono in discussione, la questione degli sbarchi è regolata dalla legge internazionale”. Insomma, pacche sulle spalle all’Italia, ma, come al solito, molta, moltissima cautela.