200 frustrate, due colpi di pistola e una donna in meno in Afghanistan

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200 frustrate, due colpi di pistola e una donna in meno in Afghanistan

11 Agosto 2010

Punita in pubblico con duecento frustate e poi uccisa a colpi d’arma da fuoco. Questo il destino di una vedova afgana di 48 anni, colpevole di aver avuto una relazione e di essere rimasta incinta.

La comunità internazionale dovrebbe inorridire davanti a questi fatti che periodicamente avvengono in paesi dove donne e uomini non vedono riconosciuta la pari dignità. L’orrore che suscita il singolo caso viene presto accantonato, come se si trattasse di un evento ineluttabile e legato alle legislazioni locali.  “Lo stato è sovrano”  è la scusa che serve a far passare in secondo piano ogni fatto delittuoso e incivile di cui sono vittime le donne. E’ agosto, fa caldo e molti sono in ferie, ma la storia non è nuova e non pare abbia scosso più di tanto l’opinione pubblica.

Penso alle parole, alla carta e ai soldi che vengono spesi ogni giorno per sovvenzionare campagne in difesa delle specie animali e vegetali, penso ai programmi verdi che traversano tutti i paesi del mondo occidentale ma anche a quelli rosa che sono passati di moda e dove anche questi orrori, non saprei come altro denominarli, vengono a malapena sfiorati. Penso che non sarebbe male lanciare una campagna internazionale, con sanzioni vere e proprie, contro quei paesi nei quali la donna ha gli stessi diritti di un animale domestico.

Quando ci fu la diatriba per il velo islamico, ci sono stati molti articoli pro e contro, ma, alla fine, si è concluso press’a poco che si tratta di costumi locali e che, come per altre popolazioni, occorre tenerne conto. Ma questi non sono costumi: qui si tratta del diritto elementare alla vita. Una donna vedova, prende un uomo che l’ha usata ma non sposata come prescriverebbe la legge locale. Lei rimane incinta e viene arrestata e condannata. Siccome col bambino che porta in grembo sono DUE, Duecento frustate e, per finirla DUE colpi di pistola. L’uomo se la cava con una lieve multa pecuniaria.

Dovremmo condividere uno sconfinato senso di vergogna per un mondo che si considera civile, dove esistono ancora mutilazioni, segregazioni, lapidazioni di donne che hanno la sola colpa di voler vivere, di essere riconosciute come persone. Le nuove streghe da battere, sono questi paesi dove le leggi considerano le donne “minorate” e la nuova caccia storica dovrebbe essere una bandiera irrinunciabile di ogni nazione che si consideri civile.