2089. Chi ci salverà dai “cacciatori di crocefissi” del Ministero Laicista
05 Novembre 2009
Due volte in un mese. Avanti di questo passo i controlli degli ispettori del Ministero delle Libertà Civili saranno ventiquattro in un anno, forse ventitré se ad agosto si risparmiano un giro. Ritmi da socialismo reale. E’ compiaciuto Antonio mentre ripensa ai numeri della repressione. Ma da dosso non si scrolla il terrore di chi non è in galera per grazia ricevuta.
L’archivista pacioso, a cui nessuno riconoscerebbe gli attributi del cattolico clandestino, ha scampato la Cayenna per un soffio: se nel doppio fondo del cassetto, ricavato con un cartoncino dozzinale, avessero trovato il crocefisso avvolto nel panno, avrebbe rischiato da due a quattro anni di carcere. “Possesso illecito di simboli portatori di discriminazione”: reato creativo, ma il laicismo costituzionalmente normato nel 2089 non fa sconti. Neanche alle contraddizioni se è vero che discriminano per evitare che si discrimini.
Va peggio, è quasi fine pena mai, a chi usa Cristo in croce per fare “proselitismo”: quando in strada si vede sfrecciare una colonna di cellulari è quasi certo che dietro alla lamiera non ci siano mafiosi ma i nuovi carbonari che sfidano la polizia politica per non far spegnere il messaggio del Vangelo. Antonio stavolta l’ha scampata ma gli sgherri del ministero torneranno, sospettosi come sono che dietro l’archivista imbolsito si celi un “cospiratore”. Così li chiamano i cristiani, cospiratori per antonomasia senza più l’aggettivo che ricordi per quale finalità tramano. E’ normale se gli altri tessono la tela alla luce del sole, se hanno permesso loro di farlo senza preoccuparsi di seccare dietro a una finestra col cielo a strisce.
I cristiani sono gli unici a cospirare perché gli altri, quelli che un tempo erano i fondamentalisti islamici, i laicisti deliranti, i profeti del socialismo armato, ora sono genericamente (quando la forma è sostanza) “radicali”. E con la cadrega in Parlamento. Non li fanno governare ma a loro importa poco, consapevoli di aver vinto la guerra culturale definitiva, non un’episodica battaglia di sofismi, senza sedere sulle poltrone che conta(va)no. Facendosi fiancheggiare senza nulla garantire in cambio, grazie al provincialismo intellettuale di ex identitari in cerca di patenti di “presentabilità”; spogliandoli se avevano ancora qualcosa addosso; inducendoli alla resa se erano meno inclini a genuflettersi rispetto ai professionisti dell’inchino.
Il Ministero delle Libertà Civili è nato da pochi anni, ma per lo scopo primario che si è dato funziona a meraviglia. In campagna elettorale hanno detto che avrebbe aperto i battenti per “fondare una nuova grammatica dei diritti, promuovere l’integrazione dei migranti, soffocare gli istinti dicriminatori”. Hanno raggiunto l’obiettivo i demiurghi del nuovo palazzo, e ce l’hanno fatta come uno scultore di talento riesce a far emergere il suo capolavoro da un blocco di marmo indistinto. Per sottrazione.
Hanno tolto ai cattolici, ai patrioti, ai conservatori, ai federalisti delle piccole patrie, ai liberali meno avvezzi agli ammiccamenti progressisti, ai liberisti visceralmente filoyankee. Così, con il blocco di marmo ridotto a un filo di pietra, per loroaltri è stato uno scherzo creare l’opera che avevano in mente. Titolo: “il grissino che pensa debole”. Al governo ora siedono i laburisti, che hanno il merito di teorizzare queste cose da quando sono al mondo. Va riconosciuta loro la coerenza, quella che il partito di “opposizione” (che si dice ancora di Centrodestra in ossequio a un glossario che oggi suona beffardo) ha smarrito e insultato. Così è perché chi ha promesso di “fondare una nuova grammatica dei diritti, promuovere l’integrazione dei migranti e soffocare gli istinti discriminatori” è proprio il leader del partito che finge di opporsi ai desiderata dei socialisti.
E’ stata ALC (Alleanza per le Libertà Civili) a creare il ministero che sguinzaglia i cacciatori di crocefissi per uffici e scantinati. C’è riuscito nella legislatura precedente, quando i laburisti hanno dissimulato la propria compiacenza verso il progetto. 53 per cento di affluenza, vittoria risicata; con buona parte dei socialisti moderati – i lib-dem – che in polemica con i vertici labour hanno scelto il centro”destra” stinto. La massa critica del voto conservatore resta a casa, impaurita; chi ha fegato e rischia meno si unisce ai cospiratori.
ALC ha plasmato il nuovo ministero per dare seguito istituzionale a un percorso di autocastrazione segnato dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del novembre 2009. I giudici di Strasburgo avevano ordinato di schiodare i crocefissi dalle aule scolastiche; la presenza dei crocefissi – tuonarono – è "una violazione della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni, e della libertà di religione degli alunni". Formule perfette per arrivare ad annichilire, come oggi si è fatto, il significato di Identità.
Trecento anni dopo la presa della Bastiglia la Rivoluzione non cambia pelle, e dopo Parigi, il ’17 russo, il Sessantotto e il terrorismo, allo stesso modo smaglia il tessuto della Tradizione. Stavolta dalle stanze di un ministero che ricaccia i cristiani nelle catacombe. Con loro sono finiti nelle spelonche i destrorsi di varia confessione, orgogliosi e temerari, che niente spartiscono con i figuri di ALC. Mai potrebbero se loro sono gli architetti di un palazzo che sforna leggi frontalmente ostili all’ethos del Paese. Mai potrebbero se la legge che interna i portatori sani di crocefisso non torce un capello a chi indossa un burqa. Magari fossero laicisti a tutto tondo – si dicono i cospiratori; loro, negatori in radice della laicità, sono solo laicisti di fede anticristiana.
A furia di applausi agli oppositori, le mani dei socialisti si sono spellate. A forza di genuflettersi, i ginocchi degli oppositori mostrano l’osso. Tanto non costa fatica togliere un pezzo di legno del muro. Quasi come ficcarsi un coltello nel cuore. Nell’Europa, ma soprattutto nell’Italia del 2009, sembra già il 2089.