Con il lancio di “Chrome” la guerra di internet si sposta sui browser

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Con il lancio di “Chrome” la guerra di internet si sposta sui browser

03 Settembre 2008

La guerra di internet adesso si sposta sui “browser”, ovvero quei programmi necessari per navigare e aprire le pagine web.

Dopo il duello a colpi di motori di ricerca e l’affermazione del “download” di programmi gratuiti supportati dalla pubblicità, si riaccende lo scontro tra i due colossi del mercato: Microsoft e Google, con il terzo incomodo nel settore, “Firefox”- Il quarto browser, “Opera”, rimane ancora distanziato e non ruba le fette di utenti che sono occupate dagli altri “software”. Un settore, nemmeno a dirlo, che dall’avvento di internet su larga scala, è stato predominio di “Microsoft”, che con il suo “Internet Explorer” continua ad essere usato da oltre il 70 per cento degli utenti della Rete.

Così l’ultimo asso nella manica lo abbassa sul tavolo da gioco proprio il più grosso motore di ricerca. Quelli di “Google”, infatti, sono pronti a lanciare in contemporanea in 100 nazioni, nelle prossime ore, una versione “beta” – cioè una versione test con la quale raccogliere anche suggerimenti da coloro che la proveranno – del nuovo browser “Google Chrome”. Lo scaricamento è gratuito, arriva a suggello di due estenuanti anni di lavoro per i programmatori di Silicon Valley e promette di insidiare il mercato di “Microsoft” che da qualche settimana, ha presentato la versione “beta 2” del nuovo “Internet Explorer 8”, ulteriormente perfezionato rispetto la versione “7”.

Una mossa a sorpresa che spiazza i rivali, e in buona sostanza anche l’alleato “Firefox”, con il quale proprio “Google” pochi giorni fa ha siglato un nuovo accordo milionario per supportare i progetti di ricerca di “Mozilla” (“Firefox”) fino al 2011. Di fatto quindi una decisione fin ora inspiegabile alla luce della nascita di “Chrome”. Qualche timida considerazione si legge nel blog proprio di Google che spiega: “Dopo 12 anni, è ormai chiaro che il pc è spiazzato da internet, che le attività di normale vita quotidiana informatica si fanno sempre più online e che il punto di riferimento per l’utente diventa il browser”. A seguire: “Il browser va completamente ripensato, non è più un software per consultare semplici pagine, ma una piattaforma per pagine web e applicazioni. Il browser di “Google”, promettono dalla casa madre, sarà semplice, pulito e veloce.

Questa la filosofia che da sempre ha contraddistinto l’azienda americana, il destino futuro dei computers è nell’online è, a dimostrazione di questo, uno dei colpi sotto cintura che “Google” ha cercato di infliggere a “Microsoft” è il lancio –  ormai più di un anno addietro – di una piattaforma sul web che, di fatto, sostituisce gli applicativi di lavoro più usati nel pacchetto “Office”, online e, nemmeno a dirlo, totalmente gratuito.

Sempre “Google” dopo essere stato nell’occhio del ciclone, come gran parte degli altri motori di ricerca, perché secondo gli insegnanti atrofizza le capacità mentali di ricerca e di studio degli studenti, sempre più proiettati a ricercare il sapere sul web, dalla Gran Bretagna arriva un altro pericolo dal nome impronunciabile: “Discomgoogolation”. È una sindrome che provoca ansia e continuo bisogno di collegarsi a internet.

La parola letteralmente significa frustrazione da dipendenza da Google. Secondo i dati raccolti oltremanica, ben il 44 per cento (con un boom del 27 “di casi gravi”) parla apertamente di alti livelli di stress da web. Secondo lo psicologo David Lewis, che ha identificato la sindrome, “la diffusione della banda larga ha significato per la prima volta nella storia che siamo entrati nella cultura delle risposte istantanee”.

La ricerca è stata condotta in base al calcolo della misurazione dei battiti del cuore e dell’attività cerebrale di chi era impossibilitato a navigare su internet; una sorta di crisi d’astinenza. Lo studio ha inoltre constatato come il 76  per cento degli inglesi non riesce più a vivere senza internet, che si naviga in media fino a 4 ore al giorno e che il 19 per cento degli intervistati dedica più tempo libero a stare connesso rosicchiandolo alla propria famiglia durante l’arco della settimana.

“Una galassia di informazioni raggiungibile solo con un clic del mouse – così spiega infine la Rete Lewis – noi oggi siamo diventati dipendenti dal web”.

Speriamo che di questo passo non sia necessario creare delle cliniche che curino e disintossichino da troppo internet.