
Per una nuova politica industriale europea

07 Novembre 2022
Una vera politica industriale, ecco cosa serve. Il declino industriale è il pericolo più grande per l’Europa. Lo dice il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, al “Corriere della Sera”. Per Le Maire “siamo lucidi: all’uscita da questa crisi energetica, avremo probabilmente un livello di inflazione sopra a quello degli ultimi decenni. E sapete perché? Perché la ri-localizzazione delle nostre produzioni, una priorità strategica di tutti i Paesi europei, e la decarbonizzazione dell’economia rialzeranno in maniera strutturale il costo di alcuni prodotti”.
“La risposta giusta alla crisi inflazionistica non è alimentare la domanda senza limiti. Ma far scendere i prezzi dell’energia svincolando i prezzi dell’elettricità da quelli del gas, coordinando gli acquisti di gas e investendo nella indipendenza energetica”. Secondo il ministro “il vero rischio per l’Europa è il declino industriale. Ormai l’Unione europea rappresenta il 17 per cento dell’economia mondiale. Nel 1990 era il 25. Anche la Cina oggi rappresenta il 17 per cento dell’economia mondiale, ed era il 3 nel 1990″.
Il rischio reale per l’Europa è di restare indietro dal punto di vista tecnologico, industriale ed economico, lasciando campo libero a Stati Uniti e Cina. Dobbiamo darci i mezzi di reindustrializzare l’Europa, di restare una grande potenza industriale mondiale”. Le Maire ha ragione. Non c’è crescita per l’Europa e per il nostro Paese senza una nuova politica industriale.
Dobbiamo tornare ad attrarre gli investimenti esteri in tutta la penisola, non solo a Milano. Avere un piano industriale serio, che porti in Italia i big player americani ed europei. Per farlo servono più innovazione, un Pa più efficiente, regole burocratiche e fiscali che non cambiano ogni tre per due. Vera concorrenza. Oppure continueremo solo a fare debito, deficit, disavanzi. E a un certo punto la festa finirà.