
La tregua di Natale è l’ennesimo regalo a Putin

27 Novembre 2022
La proposta della tregua di Natale tra Russia e Ucraina avanzata dal comitato “Fermare la Guerra” è un regalo a Vladimir Putin. Insieme all’idea che l’Italia cavalchi appelli del genere nelle sedi istituzionali internazionali. Una tregua ora servirebbe solo a Putin per riarmarsi dopo essere stato ricacciato indietro dal valoroso esercito ucraino.
Nove mesi dopo aver invaso l’Ucraina con l’obiettivo di rovesciare il presidente Zelensky, l’esercito russo ha perso la gran parte dei territori occupati dopo la offensiva. I russi ora sono fermi su una linea del fronte di circa 600 chilometri tra Sud e Ucraina Orientale. Putin in questo momento è in svantaggio, una tregua gli permetterebbe di rafforzarsi, riequilibrando il fronte con gli ucraini. A quel punto, i russi potranno sferrare una nuova offensiva.
Tregue uguale guerra
Una tregua significherebbe solo la continuazione della guerra. I russi hanno scelto di indietreggiare per riarmarsi e per mobilitare nuove truppe fresche. Se spari 9 milioni di proiettili, se usi missili e artiglieria come se non ci fosse un domani, poi rischi di fermarti e devi ricaricare. La tregua darebbe a Putin quello di cui ha più bisogno adesso. Tempo. Eppure il comitato Fermiamo la guerra non è solo in questa ansiosa volontà di aprire un negoziato.
Ieri il giornale Politico ha citato non meglio identificate fonti europee, “Eu officials”, convinte che gli americani giocano contro la Ue. Secondo queste fonti imprecisate, gli Usa continuano ad armare gli ucraini per far salire il prezzo del gas da vendere agli europei e fare profitti sulle armi. Politico mantiene il massimo riserbo sulle sue “fonti”. Un altro regalo a Putin, che punta a dividere gli alleati e a rompere, fin dove possibile, le relazioni transatlantiche.
Putin sa che decenni di pace garantita dalle basi Usa hanno ammorbidito le opinioni pubbliche europee. E’ consapevole che il ricatto del gas più passa il tempo più spingerà le elite economiche occidentali a cercare un compromesso. Anche i vertici militari Usa sono divisi. “Quando c’è un’opportunità di negoziare, quando la pace può essere raggiunta, coglila. Cogli l’attimo”, ha detto il generale Milley, a capo del Joint Chief of Staff Usa.
Putin, gli stupri e il terrorismo russo
Per questo Zelensky al G20 di Bali è stato netto. Non bisogna dare tempo a Putin di riprendere fiato. Agli europei va spiegato chiaramente da cosa ci stanno proteggendo gli ucraini. Immaginiamo uno stupratore che entra in casa nostra. Uccide nostra moglie, violenta nostra figlia, poi sale al secondo piano di casa e dice, adesso possiamo trattare. Non si tratta con i terroristi. Non si fanno regali ai criminali di guerra.
Le truppe russe sono allo sbando. Manca personale militare qualificato. Credevano di vincere facile, sono stati costretti ad arretrare e a spostare i depositi di munizioni fin dentro la Russia, a 80 chilometri di distanza dalla linea del fronte. Dalla fine di marzo, grazie all’artiglieria fornita dagli Usa, gli ucraini hanno distrutto un quarto dei depositi militari di munizioni russi.
Putin aspetta. Il tempo è dalla sua parte. Ora deve difendere un fronte più ridotto, stabilizzarlo in attesa che passi l’inverno. Sa che nell’accordo tra ucraini e americani c’è il divieto per Kiev di colpire in Russia, mentre Mosca bombarda le infrastrutture strategiche e la popolazione civile ucraina. Putin vuole spingere l’Occidente a negoziare, annettersi il Donbas e conservare la Crimea. La tregua di Natale è un regalo per i terroristi.
Le basi dei colloqui di pace
In Occidente qualcuno spera che la guerra sia già finita. Ma nel Donbas si combatte da anni. La Crimea è stata conquistata con la forza. Putin ha cercato di invadere la Georgia e minaccia l’Europa orientale. Europa e Usa hanno il dovere di continuare a inviare armi a Kiev e di fornire assistenza e materiali militari avanzati.
Se Putin vuole negoziare deve ritirarsi ai confini precedenti al febbraio scorso. Pagare i risarcimenti di guerra per aver distrutto un Paese sovrano. Consegnare i terroristi che hanno ammazzato e stuprato in Ucraina alla giustizia internazionale.