I cittadini russi che ieri si sono trovati sotto legge marziale con i cavalli di frisia per strada l’hanno capito da chi sono governati? Il capo di una banda di mercenari in vena di rivendicazioni salariali occupa una città della madrepatria, marcia per centinaia di chilometri puntando sulla capitale, abbatte una mezza dozzina di elicotteri dei connazionali. E le valenti elite del Cremlino che fanno per punirlo?
In un Paese dove ti prendi dieci anni di galera per uno svapo di maria, il capo dei mercenari ribelli va ‘in vacanza’ nella vicina Bielorussia. Le autorità graziano i rivoltosi. I Wagner non ammutinati, diverse brigate, entreranno nell’esercito regolare. Dopo averli accusati di alto tradimento la mattina, nel pomeriggio lo statista Putin fa sapere di aver sempre nutrito grande “rispetto” per le loro “imprese”.
Fioccano i retroscena: la resa dei conti nella nomenclatura, il colpo di stato architettato da Putin per raccattare voti alle elezioni, la ‘mano invisibile’ della Cia… la realtà è come sempre più semplice. Un conglomerato di incapaci gestisce da decenni in modo disastroso la Russia, una nazione ricca di storia a cavallo tra Europa e Asia. È la stessa “classe dirigente” con cui in Occidente qualcuno ha fretta di tornare a fare affari, invocando un tavolo negoziale per l’Ucraina. Del resto di elite svalvolate mica è piena solo la Russia.