Grande paura, nuovo benessere: una lezione alla Scuola di Magna Carta

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Grande paura, nuovo benessere: una lezione alla Scuola di Magna Carta

Grande paura, nuovo benessere: una lezione alla Scuola di Magna Carta

21 Ottobre 2024

Alla paura profonda seminata dal Covid tra gli italiani se ne sommano altre, forse ancora più radicate. Il timore che nuove crisi economiche possano allungare le fila dei “nuovi poveri”, l’ombra minacciosa dei disastri ambientali, l’ansia per i cambiamenti climatici che sembrano divertirsi a confondere ogni previsione. E, come se non bastasse, la minaccia delle guerre che circondano il nostro Paese.

Non sorprende, dunque, che negli ultimi rapporti del Censis gli italiani appaiono come sonnambuli, intrappolati nell’incertezza e incapaci di reagire alle rapide trasformazioni del presente. Una condizione perfetta per i populisti, sempre pronti a cavalcare l’onda della paura per raccogliere consensi. Mentre la ragione dorme, la società smarrisce progressivamente la bussola dei valori culturali che dovrebbero orientarla, e la prima conseguenza diventa la rinuncia a mettere al mondo figli. Così il baratro demografico si spalanca: meno di 400 mila nascite all’anno, la fertilità in caduta libera e un invecchiamento della popolazione inarrestabile. Un cocktail potenzialmente devastante per il mercato del lavoro, il sistema previdenziale e il welfare.

Gli interventi di Parente e Colasanti alla Scuola di Magna Carta

Come ha evidenziato la senatrice Annamaria Parente nel suo intervento alla Scuola di Alta Formazione Politica della Fondazione Magna Carta, il compito della politica e delle istituzioni dovrebbe essere quello di guidare le persone nel superare queste paure. Fare politica non significa solo gestire il potere, ma impegnarsi a dare un significato più profondo alla dimensione umana, migliorandola concretamente.

“La politica deve assimilare il concetto di benessere,” sottolinea la direttrice dell’Osservatorio sulla Crisi Demografica della Fondazione, “non solo nella sfera individuale e familiare, ma anche nei luoghi di lavoro, sostenendo il Paese in questa delicata fase di transizione”.

Su questo tema si incentra la lezione di Stefano Colasanti, WellMAKERS Leader e manager di BNP Paribas, alla Scuola della Fondazione. Colasanti vede nel benessere – declinato nelle sue molteplici dimensioni, finanziario, fisico, emotivo, sociale, ambientale e cognitivo – non solo un modello di sostenibilità aziendale, ma anche una filosofia di vita in grado di affrontare le sfide dell’epoca post-pandemica.

“Le paure del mondo contemporaneo creano una crescente domanda di benessere, e le aziende devono collaborare con le istituzioni per rispondere ai bisogni delle persone. Non possiamo più immaginare che lo Stato faccia tutto da solo”. Le organizzazioni, pubbliche o private, possono creare ambienti di lavoro in cui i dipendenti si sentano valorizzati, offrendo servizi di welfare che rafforzino la loro fiducia e, al contempo, migliorino produttività e redditività.

Perché è così importante il benessere nelle organizzazioni

Nell’era degli assistenti digitali e dell’intelligenza artificiale, il concetto di benessere richiede nuovi strumenti di misurazione. Non è più sufficiente guardare alle performance del PIL o puntare sui soli trasferimenti monetari. Qui entra in gioco il paradosso di Easterlin: superata una certa soglia, l’aumento del reddito non garantisce automaticamente una maggiore felicità, poiché la qualità della vita dipende da una molteplicità di fattori.

Servizi sanitari, psicologici e formativi per tutelare l’equilibrio psicofisico dei lavoratori, aiuti alle famiglie per facilitare l’accesso a strutture come gli asili di prossimità, misure concrete a sostegno di chi sceglie di avere figli sono, solo alcuni degli strumenti necessari per coniugare innovazione tecnologica e contrasto alle fragilità. Parliamo di un benessere “personalizzabile e interconnesso”, reso possibile dalle tecnologie emergenti che consentono di individuare con precisione i bisogni delle organizzazioni e soddisfarli. Per raggiungere questi obiettivi, occorrono investimenti significativi nelle competenze: figure professionali come i data quality manager sono essenziali per comprendere i comportamenti e le percezioni delle persone, sempre nel rispetto della privacy.

Defiscalizzare il welfare aziendale

La nuova prassi, infine, richiede una stretta collaborazione tra Stato, imprese e terzo settore, secondo il principio della compartecipazione, per sviluppare norme capaci di promuovere una economia del benessere. Defiscalizzazione, crediti d’imposta e bandi specifici per finanziamenti pubblici sono strumenti chiave per sostenere le aziende che offrono servizi di welfare ai propri dipendenti, in linea con le misure sui congedi parentali annunciate dal Governo nella prossima legge di bilancio.

Un sistema di welfare aziendale moderno e strutturato può rappresentare una valida alternativa all’aumento delle imposte, riducendo i costi del bilancio pubblico e migliorando il benessere dei lavoratori attraverso iniziative mirate.

Ripensando alla celebre Onda di Hokusai, viviamo in un’epoca di sfide globali che incombono sulle nostre teste. Come i pescatori raffigurati dall’artista giapponese, dobbiamo imparare a navigare tra i marosi, cercando di mantenere l’equilibrio. L’onda non è solo una minaccia, ma può rappresentare un’opportunità di trasformazione, se affrontata con coraggio e visione.