Obama benedice l’intesa tra Fiat e Chrysler
30 Aprile 2009
La casa Bianca ha ufficializzato l’accordo tra Fiat e Chrysler. Le due case automobilistiche hanno trovato l’intesa e alle 18 in punto (ora italiana) il presidente Usa Barack Obama ha annunciato la firma. “Sono molto contento di affermare che l’intesa tra Fiat e Chrysler è stata raggiunta – ha detto – Con questa alleanza Chrysler avrà forti chance di successo. Oggi sono stati fatti i passi necessari per ridare a Chrysler una nuova vita”.
Insomma, superate le ultime difficoltà – compresa quella del negoziato con i creditori – il presidente degli Stati Uniti d’America ha dato il via alla fusione sciorinando dati e infondendo parole di speranza: "In questo modo salviamo 30mila posti di lavoro e molti altri nella filiera. E questa partnership sarà finanziata anche dal governo con 3-3,5 miliardi di dollari di aiuti. Ma ogni centesimo degli americani verrà restituito". Poi: "Questa è una chance non solo per sopravvivere, ma per prosperare nel mercato globale dell’auto. Grazie alla tecnologia Fiat che ci consentirà di produrre auto pulite".
Per l’ad di Fiat Marchionne è un momento storico. "Quest’operazione – ha detto – rappresenta una soluzione costruttiva e importante ai problemi che da alcuni anni affliggono non soltanto Chrysler ma l’intera industria automobilistica mondiale". "L’alleanza – continua Marchionne – permetterà di mettere insieme la tecnologia Fiat, che è tra le più innovative e avanzate al mondo, le sue piattaforme e i suoi propulsori per vetture piccole e medie nonchè la sua vasta rete di distribuzione in America Latina e in Europa con il grande patrimonio della Chrysler, che ha una forte presenza in Nord America e lavoratori pieni di talento e di impegno". Tutto questo, ha concluso l’amministratore delegato, "darà vita ad una nuova forte casa automobilistica e aiuterà a preservare, insieme ai posti di lavoro, un’industria manifatturiera di importanza cruciale per le economie statunitense e canadese".
Nei dettagli la casa automoblistica americana farà ricorso a una “bancarotta chirurgica che durerà fra i 30 e i 60 giorni” ha detto un rappresentante dell’amministrazione Obama. “La bancarotta – ha spiegato – non era la soluzione preferita”, ma la mancanza di un accordo con i piccoli creditori l’ha resa necessaria. “Il United Auto Worker (Uaw) e le grandi banche hanno accettato molti sacrifici. Nonostante questo non siamo stati in grado di raggiungere un accordo” con tutti i creditori, ha spiegato. La bancarotta sarà “rapida” e la richiesta per l’accesso sarà presentata a New York. Il governo americano fornirà a Chrysler finanziamenti per 3-3,5 miliardi di dollari durante la bancarotta. Lo ha detto un rappresentante dell’amministrazione Obama, spiegando che anche il governo canadese fornirà fondi. Il governo americano non prevede ulteriori tagli all’occupazione oltre a quelli già annunciati né la chiusura immediata di altri impianti Chrysler nonostante il ricorso alla bancarotta.
Fiat "non avrà la maggioranza di Chrysler fino a quando non sarà restituito l’intero prestito accordato dal governo" alla casa automobilistica americana. Avrà subito il 20% e un altro 15% in tre tranches. La quota salirà al 51% dal 2013.
Ora uno sguardo a Piazza Affari. Il titolo del Lingotto, in attesa dell’accordo, era già partito al ribasso, in controtendenza rispetto agli indici, e ha prima spinto l’acceleratore al rialzo (quando sonotrapelate le prime indiscrezioni sulla conclusione dell’accordo) arrivando per pochi secondi in territorio positivo, ma poi è tornato a calare. Toccando il minimo dopo la diffusione della notizia della richiesta di bancarotta pilotata da parte del gruppo automobilistico di Detroit. Alla fine il titolo ha archiviato un ribasso del 5,94% a quota 7,515 euro, molto vicino ai minimi della seduta (7,46 euro). La performance del Lingotto resta comunque positiva nell’ultimo mese (+50%), così come a distanza di sei mesi.
Scambi record con oltre 93 milioni i pezzi passati di mano durante la seduta, pari a circa l’8,5% del capitale.