In Inghilterra se si discute su Maometto si rischia il carcere

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In Inghilterra se si discute su Maometto si rischia il carcere

14 Ottobre 2009

Era iniziata come una tranquilla discussione a colazione tra marito e moglie sul rapporto tra Cristianesimo e Islam, sulla pretesa dei musulmani che Gesù sia soltanto un profeta minore, sulle donne e il burqa, e sul fatto che Maometto non disdegnasse la guerra come strumento di conversione. Tutto apparentemente consentito, finora, nel Regno Unito.

Il fatto è che i coniugi Ben e Sharon Vogelenzang gestiscono a Liverpool una struttura ricettiva, il Bounty House Hotel, e la mattina della delicata discussione, al loro dialogo – nel quale sono poi intervenuti alcuni clienti dell’hotel – ha assistito anche un’avventrice musulmana dell’hotel.

Offesa dal contenuto della discussione privata tra i coniugi Vogelenzang, la donna ha sporto denuncia a loro carico. L’esito di questa discutibile iniziativa legale ha dell’inverosimile.

I coniugi Vogelenzang sono stati arrestati dalla polizia per il reato di “religiously aggravated public order offence” (reato contro l’ordine pubblico con l’aggravante religioso, ndt), a norma dell’art.5 del Public Order Act 1986, e degli articoli 31 (1) (c) e (5) del Crime and Disorder Act 1998. Il processo è fissato per l’8 ed il 9 dicembre prossimo davanti al "Liverpool Magistrates’ Court" e, se venissero confermate le accuse, la sfortunata coppia rischia una condanna penale ed una multa di 5.000 sterline.

Ma non è tutto. Indicati al pubblico ludibrio come islamofobi, i coniugi Vogelenzang hanno subito gravi ripercussioni economiche nella loro attività commerciale, arrivando a perdere l’80% della clientela e ad essere costretti a vendere l’hotel. Tutto questo per aver osato mettere in discussione la religione islamica e aver espresso giudizi ritenuti poco riguardevoli nei confronti del Profeta Maometto.

Per un giorno Liverpool sembra essersi trasformata nella Teheran degli ayatollah, tanto da far sorgere il dubbio se la Gran Bretagna possa ancora considerarsi un Paese davvero laico.

Dopo la nomina del fondamentalista musulmano, Aaquil Ahmed, alla carica di responsabile dei servizi religiosi della BBC; dopo il riconoscimento della sharia come fonte normativa utilizzata nelle controversie legali di competenza dei "Muslim Arbitration Tribunals", organi che oramai fanno ufficialmente parte dell’ordinamento giuridico inglese; dopo il declassamento del Natale a “festa della luce invernale”; dopo il divieto imposto ai consiglieri comunali dei municipi a maggioranza musulmana di non consumare cibo nel corso delle sessioni comunali durante il mese di Ramadan; dopo i biglietti di auguri per la festa del Ramadan (e per nessun’altra festività cristiana) inviati ufficialmente alle ambasciate dal Foreign Office; dopo la sostituzione nelle scuole delle tradizionali festività natalizie e pasquali con il termine “fine della pausa semestrale”, e dopo il conoscimento ufficiale dei matrimoni poligami (contratti nei paesi musulmani), nel Regno Unito mancava soltanto la discriminazione nei confronti dei cristiani attraverso l’arma della giustizia penale.

Bisogna, comunque, prendere atto che l’Islam ha una capacità di penetrazione nelle società occidentali decisamente maggiore di quanto ne abbia il Cristianesimo. O, forse, semplicemente dilaga laddove il Cristianesimo è stato sostituito dal vuoto assoluto.

* Presidente di Scienza e Vita di Grosseto.