E’ vero che con Draquila l’Italia trema ma sotto i colpi di Sabina Guzzanti

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

E’ vero che con Draquila l’Italia trema ma sotto i colpi di Sabina Guzzanti

09 Maggio 2010

Draquila. L’Italia che trema, documentario di Sabina Guzzanti, si apre alla stessa maniera di Fahrenheit 9/11 (2004) di Michael Moore. George Bush era stato da poco eletto (truccando la carte), ma non sapeva cosa fare. Aveva escogitato l’unica strategia possibile: starsene in vacanza in Florida. I sondaggi sul suo operato erano talmente bassi da far paura. Poi arrivò un colpo di fortuna insperato: l’attentato alle Torri Gemelle, che lo foce governare (con l’imbroglio e la menzogna) per altri otto anni. Lo stesso sta succedendo a Silvio Berlusconi. Siamo nella primavera del 2009, e non ne azzecca una. I sondaggi lo danno in caduta libera. D’un tratto la “mano di Dio”, nel buio pesto della notte, viene in suo soccorso, scuotendo violentemente la terra d’Abruzzo. L’Aquila si sbriciola. Alle 3,30 del 6 aprile anche gli ospiti della casa del Grande Fratello, a Roma, sono spaventati dalla scossa. Scendono dal letto sgomenti: fuori tutti. Le porte dell’Inferno si aprono nella splendida città d’arte, ricca di chiese e monumenti, fra le vie aquilane sempre battute dal vento e pullulanti di studenti. È una tragedia immane. Ma non per Berlusconi. Si cala in testa il caschetto giallo di protezione, si avvolge nel mantello di Dracula, e comincia a volteggiare sulle rovine. Trasformare un disastro colossale in un grande spot? È riuscito a Bush, riuscirà pure a lui.

Sabina Guzzanti decide di svelare il progetto criminoso di  Draquila, e sbarca nella città martoriata munita di macchina da presa. Scopre una realtà molto diversa da come la “propaganda” e i “gazzettieri” del regime (compresi quelli dell’opposizione inesistenti) stanno raccontando gli eventi. Innanzitutto scopre che i cittadini aquilani sfollati sono stati fatti prigionieri. Contando sulla loro demoralizzazione, un apparato garbato ma inflessibile, li ha rinchiusi in una prigione anestetizzante di soccorsi, gestita dal volto sorridente ed energico della Protezione Civile, e del suo capo in campo, il “cocchiere di Draquila”, Guido Bertolaso. Lo scopo è doppio: sperimentare la momentanea sospensione dei diritti civili dei cittadini, e trasformare la macchina dei soccorsi in consenso elettorale. È in atto il “golpe” della Protezione Civile. Dietro una faccia benevola, misericordiosa, efficiente e rassicurante, si nasconde il volto autoritario. Dracula, a pensarci bene, è il massimo dell’eleganza e delle buone maniere. Una piccola prova generale del “golpe invisibile” a danno di cittadini. È già stata sperimentata, nascosta dalla fretta di smaltire i rifiuti della Campania. Anche lì Berlusconi&Bertolaso, con l’aiuto di esercito e polizia, hanno trasformato l’emergenza (senza risolvere nulla) in consenso elettorale. La chiave di tutto ha un nome e un cognome: Grandi Eventi. La spazzatura di Napoli, le macerie dell’Aquila: tutto ciò richiede rapidità, e quindi salto delle procedure, per garantire pronti interventi. Ma l’appellativo di Grande Evento può essere esteso anche ad una competizione sportiva, o una serie di manifestazioni religiose. Così basta applicare il sigillo del Grande Evento ad una visita papale, e spetta al contribuente pagare tutte le spese.

Siamo a metà dell’opera e per Berlusconi&Bertolaso comincia la fase due. La rapidissima (e costosissima) costruzione di luoghi inutili. Invece di ristrutturare le case della città, si passa alla edificazione di artificiali e spersonalizzanti “new town”. Il cocchiere è al comando sul posto, e dirige i lavori, Draquila è l’ideatore. Del resto dalle costruzioni di “new town” (Milano 2) è cominciata la fortuna di Draquila. Ce lo ricorda Massimo Ciancimino, figlio di Vito, un tempo sindaco mafioso e democristiano di Palermo. Il preveggente genitore investì danaro suo e di amici proprio a Milano 2, innanzitutto per guadagnare, e poi magari, chissà, vent’anni dopo potrà anche nascere un partito (Forza Italia). Due magistrati (uno davvero famoso) ricordano come l’esecutivo di Draquila si è impegnato nella semplificazione del ramo delle costruzioni (più cemento più mafia) e poi che nonostante i ripetuti arresti eccellenti, trattasi solo di spruzzate di nebbia: la mafia sta aumentando il suo potere. Chiusa la parentesi riguardante “cosa nostra”, si passa alla fase definitiva: Draquila pensa di trasformare la Protezione Civile in una Spa, insediandoci il cocchiere al comando. Si sta cambiando la Costituzione, creando un potere autonomo onnipotente. Ma Dio stavolta sceglie di non assecondare gli eventi. E manda un saetta sotto forma di inchieste e intercettazioni. Crolla così il sogno di Berlusconi&Bertolaso. Svanisce l’Spa. Adesso non bisogna più gestire il consenso, ma far fronte alla vergogna sgorgante dalle indagini. Per concludere un piccolo passo indietro. Perché avvenne il terremoto? Come ci ricorda un esperto di sismologia, lo stesso sciame del 2009 si presentò con gli stessi sintomi nel 1461 e poi nel 1703, ma chi doveva controllare e prevenire (la Protezione Civile, appunto) non fece nulla. I trecento morti si potevano dunque evitare.

Per sommi capi questo racconta Draquila. L’Italia che trema. La figura storica del vampiro, esaltata soprattutto dalla letteratura e dalla cinematografia, assomma in sé la paura riscontrabile in ogni cultura di un ritorno dei morti dall’aldilà. Nel documentario di Sabina Guzzanti ci troviamo invece di fronte alla paura che suscitano i vivi, o almeno il vivo, Draquila, il Mostro. Probabilmente il lavoro di inchiesta-filmata della Guzzanti può essere considerato, dopo un quindicennio di ritratti velenosi, l’apoteosi dell’anti-berlusconismo. Nella storia raccontata non c’è nulla che funziona. Tutto è sbagliato, inganno, frode, raggiro, mistificazione, truffa, violenza. Draquila è spinto dall’insana ossessione della conquista totale del potere. L’obiettivo finale è negare ogni forma di libertà, senza necessità di ricorrere a maniere troppo forti. Questa è l’Italia berlusconiana secondo Sabina Guzzanti. Il documentario, nella forma retorica, è sin troppo efficace. Chi si aspetta imitazioni e risate, resta deluso. La cifra è sintonizzata sulle onde della drammaticità. Il lavoro della Guzzanti, riadattando la lezione di Michael Moore, al quale sin troppo direttamente si richiama, è un carro armato con cingoli pesanti, impegnato a triturare ogni minima cosa si pari sul suo passaggio. Persino l’ostile Videocracy (2009) di Erik Gandini,  tutto sommato, si rivela un lavoro di fioretto. Qui le randellate piovono da tutte le parti.

In sala il film funziona. A Cannes, luogo assai adatto per questo tipo di presentazioni, funzionerà ancora meglio. Ricorrendo alla teoria del Mostro si ottengono facili applausi, gli stessi da anni, dalla stessa parte, attraverso le stesse litanie. Draquila. L’Italia che trema assomiglia ad un inserto gonfiato e ben girato di una puntata di Annozero. La cannonata ad alzo zero convince i già convinti, non convince i prevenuti, e soprattutto non aiuta a capire chi prevenzioni non ne ha. Facciamo solo un semplice, ma significativo esempio. C’era davvero bisogno del figlio di Ciancimino? Racconta una storia vecchia, senza nessuna prova (la credibilità del padre, assai dubbia, messa nero su bianco in alcune carte familiari) che con il terremoto, la Protezione Civile, la ricostruzione e gli scandali veri o presunti, non ha niente a che spartire. Ma la teoria del Mostro non ammette sfumature, mezzi termini, tinte grigie. Richiede solo un colore: il nero. Tutto è nero, come il mantello di Draquila che avvolge la realtà oscurandola.