La riunificazione della Germania è diventata una festa europea
03 Ottobre 2010
Il 3 ottobre 1990 la Germania tornava ad essere una nazione unita. Appena undici mesi dopo la caduta del Muro di Berlino, si realizzò quello che in un primo momento sembrava irrealizzabile: l’annessione della vecchia Germania comunista alla Repubblica Federale. Al tempo erano in tanti a non essere convinti del programma per la riunificatore presentato al Parlamento tedesco dal cancelliere Helmut Kohl il 28 novembre del 1989. La sinistra politica ed intellettuale era sostanzialmente contraria. Oskar Lafontaine, candidato cancelliere alle elezioni del marzo del 1990 per i socialdemocratici, sottovalutò il desiderio del popolo tedesco di tornare unito. Anche la coscienza critica del Paese, Günter Grass, non era favorevole e sosteneva la tesi di una confederazione tra le due Germanie. Ma anche a livello internazionale le resistenze furono notevoli. Margaret Tatchter, George Bush padre e François Mitterand erano scettici ed avevano paura di un ritorno della grande potenza tedesca.
Helmut Kohl, appoggiato da un popolo che manifestava sotto le insegne “Wir sind ein Volk/Noi siamo un popolo”, riuscì ad ottenere l’appoggio internazionale, ma in cambio diede l’impegno della futura Germania per la costruzione dell’attuale Unione Europea ed in particolare per l’introduzione della moneta unica. Se, dunque il processo di riunificazione politica, amministrativa e costituzionale fu veloce e, sostanzialmente, un successo, la Germania unita si ritrovò con una sorta di “zavorra” rappresentata dai Länder della vecchia Germania comunista dalla quale molti tedeschi scappavano: nel febbraio del 1990 in 73.000 abbandonarono i territori dell’Est. Non è un caso che proprio nello stesso mese i governi delle due Germanie iniziarono a trattare per una moneta unica che si raggiunse nel luglio successivo. Del resto le condizioni economiche e sociali della Germania si rivelarono molto peggiori delle previsioni ed il cammino verso una parificazione delle due parti della Germania è tutt’oggi, a vent’anni di distanza, non ancora del tutto compiuto. La Germania è, sotto molto punti di vista, un paese ancora diviso in due: Est contro Ovest.
Viaggiando in Germania si ha la sensazione che molti tedeschi avvertano quasi una antropologica differenza tra cittadini dell’Est e dell’Ovest. Un recente studio pubblicato sul Die Welt dimostra come il 19 per cento dei cittadini della Germania Occidentale non è mai stato nella Germania dell’Est ed il 12 per cento di questi ultimi non ha mai visitato i Länder dell’Ovest. E’ dunque indubbio che l’unificazione non sia ancora del tutto completata e che molte aspettative maturate subito dopo la caduta del Muro di Berlino si siano infrante contro una realtà purtroppo molto più dura. Del resto, come dimostra il rapporto del Governo tedesco sul processo di riunificazione, il prodotto interno lordo della Germania dell’Est è ancora oggi di un terzo inferiore, la disoccupazione nell’Est della Germania è quasi il doppio e la gran parte della popolazione vive all’Ovest. L’effetto più estremo di questa differenza è il successo della Linke (l’estrema sinistra tedesca), che nelle regioni dell’ex Repubblica comunista ha la gran parte dei suoi elettori e che proprio qui approfitta del malcontento e della cosiddetta Ostalgie – la nostalgia dell’Est (Ost in tedesco) che oramai non esiste più.
A vent’anni dalla riunificazione, come ha recentemente ricordato Angela Merkel, la Germania deve ancora costruire una memoria comune nella quale si possa riconoscere l’intero paese, ma è solo una questione di tempo. Il 3 ottobre 1990 si è realizzata l’unità politica, costituzionale ed amministrativa, ma l’identità ancora oggi è un processo in evoluzione. La Germania si è certamente messa alle spalle l’ingombrante passato del Novecento ed ha, finalmente, abbandonato il Sonderweg – quello status di eccezionalità che l’ha caratterizzata a lungo. La Germania del XXI secolo sta ripensando se stessa ed è una nazione tutta proiettata verso il futuro, come dimostrano il peso politico all’interno dell’Unione Europea, gli accordi economici con paesi dell’Est, dalla Russia alla Cina, e l’attrazione che la Germania ha all’estero in campo scientifico e culturale.
In questo senso, se si dovesse fare un bilancio della riunificazione tedesca, questo non potrebbe che essere positivo. Il percorso non è ancora completato, la Germania dell’Est è ancora indietro, ma considerato da dove si è partiti, sono stati raggiunti risultati straordinari. La Germania è tornata a crescere più di tutti in Europa ed il suo sistema sociale ed economico resta un modello per l’intero Occidente. E se, oggi, anche il Presidente della Commissione Europea Barroso ha detto che il 3 ottobre è un giorno di festa non solo per la Germania ma per l’intera Europa, vuol dire che tutto ciò che fu fatto nei mesi successivi alla caduta del Muro di Berlino fu la scelta giusta.