A Napoli i centri sociali dettano legge a De Magistris
09 Giugno 2011
Nella giunta De Magistris si gioca a guardia e ladri. Le difficoltà di far convivere attivisti dei centri sociali e giustizialisti di sinistra erano evidenti fin dall’inizio. Ora l’ipotesi di nominare il magistrato Giuseppe Narducci come assessore alla giustizia fa salire la tensione e si avverte un serio pericolo di autocombustione per la nuova giunta.
Il caldo, in effetti, potrebbe fare brutti scherzi a Napoli. I membri di Insurgencia, il centro sociale che negli ultimi anni ha coordinato le proteste antidiscarica nella zona di Chiaiano, poi alleati di De Magistris alle elezioni comunali, lo sanno bene. Nelle intercettazioni che seguirono le violenze del maggio 2008 emersero, infatti, dialoghi in cui alcuni manifestanti attribuivano ironicamente alle elevate temperature, le cause degli incendi che colpirono la zona della discarica. In realtà, tra molotov e autobus in fiamme Pietro Rinaldi, altro esponente di uno storico centro sociale napoletano Offina 99 (ora consigliere) e 5 manifestanti furono indagati per incendio, violenza o minaccia pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, furto. A guidare l’inchiesta venne designato Giuseppe Narducci, che cercò di dimostrare, senza successo, la connivenza tra elementi della camorra e manifestanti. Ecco perché oggi Rinaldi e i suoi si ribellano alla proposta di chiamare il pm a Palazzo San Giacomo.
Gli “uomini del disordine”, dei centri sociali, sono sul piede di guerra, pronti a fare terra bruciata intorno al sindaco nel caso vada avanti nella sua scelta. Lo avevano annunciato fin dall’inizio. “Oggi vinciamo con De Magistris, lo abbiamo appoggiato perché qualcosa cambiasse, ma saremo pronti a criticarlo se sarà necessario.” I militanti di Insurgencia si augurano che alla presentazione ufficiale della giunta Narducci non sarà presente. “Se invece ci sarà, possiamo dire da subito che il neo assessore godrà di tutta l’avversità possibile da parte dei movimenti di questa città.” Rinaldi preferisce la strada dell’ironia, affermando che nominando Narducci il neosindaco farebbe una favore a tutti gli indagati sulle violenze di Chiaiano: “Narducci andrà in aspettativa e magari il carteggio dei nostri processi passerà ad un magistrato meno carogna.” Eccolo il ritratto di certi elettori che hanno reso possibile l’impresa di De Magistris. Sono i manifestanti a tempo pieno, gli alternativi al sistema che criticano e sparano a zero senza avere idee, né proposte realizzabili.
Critiche sulla nomina di Narducci arrivano dal Pdl. Il Csm si è espresso favorevolmente alla richiesta di aspettattiva inoltrata dal magistrato. Su questo punto, il vicecapogruppo vicario del PdL al Senato, Gaetano Quagliariello, nota come il Csm “abbia preferito ridurre la propria deliberazione a una mera ratifica amministrativa, piuttosto che dare un segnale tangibile di tenere con i fatti all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. Sarebbe bastato un po’ di coraggio in più e da ieri il rapporto tra giustizia e politica nel nostro Paese avrebbe ricevuto un segnale incoraggiante. La concessione dell’aspettativa a Narducci non ha giovato alla credibilità dell’ordine giudiziario e del vigente sistema di autogoverno.” Il Consiglio Superiore della magistratura gli permetterà di fare politica nella stessa città in cui ha svolto le funzioni di magistrato. I problemi per il nuovo sindaco di Napoli sono appena cominciati e lo spettro della paralisi inizia a far paura. Non sappiamo se De Magistris abbia notato o meno che qualcosa non sta funzionando. Una cosa è certa: a Napoli non c’è posto per Narducci. Ci chiediamo se ci sia posto per gli insorgenti.