Perfino Gingrich s’inchina alle nuove complesse campagne elettorali
13 Giugno 2011
di Nino Orto
Il 3 Marzo 2011 Newton Leroy Gingrich, il noto esponente del partito repubblicano americano, ha ufficialmente annunciato di aver creato il sito web “Newt Exploratory 2012” con lo scopo di valutare il suo potenziale consenso elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 2012. Qualche settimana dopo, l’11 Maggio 2011, ha poi dichiarato pubblicamente la sua intenzione di candidarsi alle primarie che assegneranno un volto ed un nome al candidato repubblicano.
La corsa verso la presidenza di Newt Gingrich che, fino a qualche giorno fa era tra i più probabili sfidanti di Obama alle elezioni presidenziali del 2012, si è però schiantata contro la diserzione di massa del suo staff elettorale. Non sono ancora chiari i motivi di questa defezione ma secondo il New York Times si tratterebbe di “gravi divergenze” tra Gingrich e i suoi assistenti, soprattutto sul modo di gestire la campagna elettorale di quest’ultimo. Tra le persone che hanno lasciato ci sono anche Rob Johnson, responsabile della campagna elettorale, alla quale si aggiungono i nomi di Sam Dawson e quello dello strategy senior del team David Carney. ll portavoce Rick Tyler ha commentato così l’abbandono da parte dello staff: “La squadra aveva un idea diversa su quello che era necessario per vincere, tutti erano d’accordo sul cammino da seguire per ottenere la vittoria ma alla fine c’e’ stato disaccordo su tutto quello che è stato fatto”.
Da una parte un candidato non convenzionale affascinato dalle possibilità che i nuovi media offrono in termini di partecipazione elettorale e come veicolo di propaganda, dall’altra una intera squadra di esperti del settore scioccati dagli sprechi e dalle resistenze del candidato ai loro consigli. L’evento incriminante sul quale si è poi scatenata la polemica e il successivo esodo, sarebbe stata la crociera in Grecia che Gingrich insieme alla moglie ha insistito nel fare, nonostante fosse un momento delicato per le primarie. Pare inoltre che i consiglieri dimissionari non gradissero il “controllo” della consorte per quanto riguarda i tempi e i modi della campagna elettorale del marito.
Tuttavia, anche se la corsa presidenziale è letteralmente implosa con l’abbandono dei suoi principali consiglieri e l’ulteriore esodo di aiutanti e sostenitori, il candidato repubblicano ha promesso di continuare, negando seccamente che le sue speranze per un ritorno in politica siano sfumate ed aggiungendo citato dal Washington Post che “C’e’ una differenza fondamentale di strategia tra il team di consulenti e il tipo di campagna elettorale che ho in mente. Scopriremo il prossimo anno chi avrà ragione”. Nonostante lo spirito combattivo di Gingrich, è tuttavia indiscutibile che la partenza di quasi due dozzine di collaboratori abbia paralizzato totalmente la sua libertà d’azione lasciandolo nella condizione di non poter fare molto di più che dibattiti o piccoli comizi, in un momento in cui i suoi principali rivali sono occupati nella raccolta di fondi e la costruzione di reti di consenso elettorale negli Stati cruciali per le elezioni. Potrebbe però non essere una batosta insormontabile per il navigato politico americano.
In passato, sia per quanto riguarda i temi di politica nazionale che all’interno dei grandi dibattiti sulla politica pubblica, in particolare nelle questioni riguardanti la sanità, l’assistenza sanitaria e la sicurezza nazionale, Gingrich ha saputo sviluppare una base elettorale di consenso stabile. Nel 2007 ha creato il gruppo americano 527 che ha come missione quella di diventare un movimento civile dal basso che mira ad educare e responsabilizzare i cittadini e funzionari eletti. Qualche anno prima, nel 2003, ha fondato con gli stessi intenti il Center For Healt Trasformation che ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema sanitario centrato sulla persona, tecnologicamente avanzato, con dei prezzi accessibili a tutti.
Gingrich è stato inoltre presidente della Camera dei Rappresentanti in cui è stato eletto per la prima volta nel Novembre del 1978, ed è stato speaker della Camera dal 4 Gennaio 1995 al 3 Gennaio 1999. Nel 1996 è stato tra i promotori repubblicani di un disegno di legge sulla riforma del welfare, l’Opportunity Reconciliation Act, Tale proposta costituisce ancora oggi una pietra miliare all’interno della legislazione americana poiché ha fissato i metodi e gli obiettivi federali nell’ assistenza ai ceti meno abbienti, aggiungendo una clausola sociale in ambito lavorativo per favorire l’occupazione tra i poveri . Nel 1997 il presidente americano Bill Clinton firma il Balanced Budget Act e il Taxpayer Relief Act, due maxi-leggi adottate allo scopo di pareggiare il bilancio federale entro il 2002 e tagliare drasticamente le tasse a carico dei cittadini. A Gingrich è stata attribuita, all’interno del Taxpayer Relief Act, la creazione dell’Agenda per la riduzione dell’imposta sui redditi di capitale, sintetizzata chiaramente nel “Contratto con l’America” che si prefiggeva di attuare riduzioni di imposte sulle successioni e sulle plusvalenze.
Visto il curriculum e l’esuberanza del personaggio non è certo immaginabile una resa del repubblicano nel breve periodo ma,fino ad ora, la sua campagna elettorale è stata caratterizzata da grande libertà d’ azione e da una organizzazione “dal basso” che ha dovuto fare i conti con la professionalizzazione e la mastodontica preparazione mediatica che le campagne elettorali di quest’epoca comportano. Come tanti giornali americani puntualizzano, le grandi idee promosse da Gingrich nei suoi documentari e libri non sono sicuramente adattabili a spot pubblicitari da 30 secondi. Resta da vedere, dopo la recente presa di posizione dei suoi ex-collaboratori, se intenderà modificare il suo atteggiamento o procedere nello stesso modo. In ogni caso saranno gli elettori americani ad avere l’ultima parola.